La “Scacciata”, un piatto natalizio con radici secolari: alla scoperta della sua storia

La “Scacciata”, un piatto natalizio con radici secolari: alla scoperta della sua storia

PALERMO – La regina di ogni Natale, almeno per quanto riguarda le nostre tavole. Di chi stiamo parlando? Naturalmente di sua maestà la Scacciata, che nei secoli è diventata l’alimento che più rappresenta questo periodo. Con le acciughe, i cavolfiori, patate e caciocavallo, il piatto povero per eccellenza, buono anche dopo alcuni giorni dalla preparazione, ha una storia con radici lontane che non tutti conoscono.

Probabilmente di origine contadina, la sua nascita avviene nel XVII secolo. Da allora la ricetta è stata tramandata e modificata nel corso degli anni. Data la sua facile preparazione e la povertà degli ingredienti, si diffuse nei secoli successivi con molta facilità in tutto il Regno delle Due Sicilie: la scacciata era condita, infatti, con ciò che avanzava durante i pasti, indifferentemente si trattasse di verdure o carne.

La sua entrata ufficiale nella tradizione siciliana si ha, però, nel XVIII secolo, quando il  principe Moncada di Paternò la volle nella sua tavola durante il pranzo di Natale.

A quei tempi la ricetta per l’impasto prevedeva l’uso del lievito madre, per intenderci, lo stesso che viene usato per il pane: oggi, invece, insieme alla farina, viene aggiunto lievito di birra dello zucchero. Dopo aver fatto riposare il composto va poi aggiunta la farina. Una volta messi insieme questi ingredienti, bisogna poi lavorare energicamente sull’impasto per oltre 10 minuti aggiungendo acqua tiepida e sale.

Il nome “Scacciata”, e non ci vuole un genio a dirlo, deriverebbe direttamente dalla forma che appunto la caratterizza, anche se nel messinese e nel siracusano questo piatto è meglio conosciuto come “impanata”. Secondo alcune teorie, questo secondo nome rappresenterebbe un chiaro indizio sulla derivazione da un altro piatto tipo spagnolo, l’empanada, appunto.

Infine, la versione iberica della specialità sarebbe però alquanto differente da quella nostrana: le empanadas sono infatti dei fagotti di dimensioni più piccoli preparati con farina di mais e riempiti con carne di manzo tritata, olive, cipolla, uova sode e molte altre varianti.