I giocattoli di 60 anni fa: il tuppetturu, trenini, macchine, bambole grandi e il servizio da tè…e oggi?

I giocattoli di 60 anni fa: il tuppetturu, trenini, macchine, bambole grandi e il servizio da tè…e oggi?

CATANIA – Come cambiano i tempi! 60 anni fa i bambini siciliani giocavano il “tuppetturu“, tipica trottola sicula, corredata di corda per darle la spinta e farla girare, facendo competizioni. Chi avrebbe fatto girare più a lungo il “magico” tuppetturu?

Fonte: youtube

E poi c’erano le bambole, sì prima della nascita di Barbie, che ancora non ha compiuto i suoi 60 anni. Ne ha appena 58 (portati benissimo, se ci permettete la battuta).

Le bambole e i bambolotti di 60 anni fa erano molto grandi, molto simili ai bambini stessi, i capelli non erano simili a quelli umani ma di stoppa.

Poi c’erano i trenini, corredati di binari, alberi, e tutto quanto un vero ferroviere potesse desiderare. E ancora i servizi da in vera porcellana per le bambine più fortunate che “costringevano” fratellini e papà a giocare “alle signore” con loro. E come dimenticare le macchinine?

Gli adulti che erano piccini in quegli anni raccontano che erano soliti comprare i loro “tesori” con le “mance” che racimolavano, sparecchiando la tavola, aiutando nelle faccende domestiche e facendo piccoli lavori a casa. Quando, poi, riuscivano a stringere tra le loro braccia il tanto amato gioco: allora era festa, nel cuore e nell’anima.

Racconta, una donna che era bambina negli anni ’50: “Si giocava a far finta, far finta di essere la maestra, o di essere la parrucchiera, o il poliziotto, al giorno d’oggi spesso i bambini guardano lo schermo di un tablet e giocano con le applicazioni che scaricano mamma e papà”.

Oltre Barbie, che si è evoluta in mille modi, ha provato tantissime carriere e look diversi, ed è stata copiata ed emulata sia da personaggi di plastica che da esseri umani, ci sono nuovi giocattoli per i bambini di oggi, tra cui, le macchine per bambini, macchine vere e proprie, di marche come Mercedes, Ford, Fiat 500 e Bmw.

Ma dove si compra, nel 2017, quasi 2018, un “tuppetturu” siciliano?