RAMACCA – Una scena che farebbe rabbrividire anche gli stomaci più forti, quelli più “abituati” alla violenza.
Sangue. Sangue ovunque in una casa che oggi odora di morte mentre, solo fino a ieri mattina, profumava di amore. Mura imbrattate di rosso e tanta disperazione da parte dei familiari, è ciò che resta dopo l’assassinio delle due sorelle Filippa e Lucia Mogavero, avvenuto ieri pomeriggio a Ramacca.
Parliamo di un uomo di 30 anni, pregiudicato e coinvolto nell’operazione antidroga Ghost nel 2014, che è stato arrestato dai carabinieri in quanto unico presunto colpevole dell’orribile vicenda.
La dinamica ricostruita dai carabinieri è davvero agghiacciante.
Secondo quanto raccontato dagli inquirenti, il giovane sarebbe entrato in casa per rubare del denaro e da lì sarebbe scattata la furia omicida che lo avrebbe portato a legare, sgozzare una delle due vittime e quasi decapitare l’altra.
Il tutto è successo per 200 euro. Il presunto assassino conosceva bene la zona, piazza Margherita, dove vivevano le vittime. Avrebbe studiato alla perfezione il colpo e sarebbe entrato in azione poco dopo un breve appostamento sul tetto di un vicino.
Una volta dentro casa, sarebbe stato scoperto dalle donne che avrebbero provato a chiedere aiuto: da lì il raptus di follia si sarebbe completamente impadronito della testa del 30enne. E purtroppo l’epilogo è quello di una famiglia distrutta.
Ad aiutare i carabinieri nell’identificazione del giovane, sono state anche le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza che hanno immortalato il ragazzo mentre indossava dei jeans che sono stato ritrovati macchiati di sangue.
Una delle due donne sarebbe stata spogliata e legata. Entrambe sarebbero state torturate.
[envira-gallery id="285875"]
