Quali nuove strategie di prevenzione cardiovascolare secondaria dopo un infarto del miocardio?

Quali nuove strategie di prevenzione cardiovascolare secondaria dopo un infarto del miocardio?

I soggetti che hanno già sofferto di un infarto miocardico hanno un rischio residuo rilevante e più alto rispetto alla popolazione generale di avere un secondo evento cardiovascolare.

Tale rischio aumentato di eventi ricorrenti si mantiene a prescindere dalla strategia adottata per trattare l’infarto acuto e dall’esito del trattamento. Quindi, anche nei pazienti che in occasione dell’infarto sono stati sottoposti a rivascolarizzazione mediante angioplastica ed impianto di stent il rischio di eventi trombotici ricorrenti rimane rilevante a distanza dall’evento acuto, anche se è più accentuato nei primi anni.

Dopo un infarto del miocardio, la terapia farmacologica in aggiunta ai cambiamenti dello stile di vita è il cardine della prevenzione di ulteriori eventi ischemici, definita come secondaria. Uno degli elementi fondamentali della terapia medica indicata nel post-infarto è rappresentato dalla terapia antitrombotica, cioè quella che, come si dice comunemente, mantiene “fluido il sangue”.

Tale terapia, consiste nell’associazione dell’aspirina con un altro farmaco antiaggregante nel primo anno, e nella monoterapia con la sola aspirina dopo l’anno dall’infarto. Tuttavia, il rischio residuo rimane rilevante con la sola aspirina. Pertanto, sono stati condotti degli studi che hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di aggiungere un altro farmaco antitrombotico all’aspirina nella fase cronica dopo un anno dall’infarto. Tali studi hanno dimostrato che in pazienti selezionati dopo almeno un anno da un infarto miocardico, l’aggiunta all’aspirina di un altro farmaco antiaggregante, Ticagrelor 60 mg, o un nuovo anticoagulante a basse dosi, Rivaroxaban 2.5 mg, è stata associata ad una significativa riduzione degli eventi ischemici rispetto all’aspirina. Tali farmaci saranno presto disponibili per l’uso nella pratica clinica, aggiungendosi alle nostre armi per combattere le malattie cardiovascolari.