La storia del cinema tra le vie di Catania: la città vista attraverso un obbiettivo

La storia del cinema tra le vie di Catania: la città vista attraverso un obbiettivo

CATANIA – L’amata città di Catania ha sempre affascinato per l’arte e la tradizione. In particolare, nel periodo del ‘900 è stata la musa di molti registi che hanno deciso di ambientare i propri film tra i palazzi barocchi dell’antica città. Sembra strano, eppure tanti luoghi in cui viviamo nascondono la storia di film indimenticabili.

A guidarci in questo giro della città il professore di lingua e letteratura greca moderna afferente al dipartimento di scienze umanistiche dell’Università di Catania, Matteo Miano, rimasto affascinato dal legame tra Catania e la cinematografia.

Una delle prime scene raccontate da Miano è il matrimonio tra Claudia Cardinale (Barbara) e Marcello Mastroianni (Antonio) nel film “Il bell’Antonio” del 1960: “La pellicola è ambientata in una Catania d’epoca: piazza Duomo, piazza San Placido, dove abita la famiglia Magnano, palazzo Asmundo Francica-Nava, dove abitano i genitori di Barbara, mentre al collegio dei Gesuiti in via Crociferi si ambienta la canonica e il dialogo fra Alfio Magnano e Padre Rosario sull’eventualità dell’annullamento del matrimonio. Per raggiungere la casa della prostituta Mariuccia, dove morirà di infarto mentre cerca di dare ‘prova di virilità’, Alfio Magnano percorrerà la via delle Finanze. Passeggiando per via Etnea, e uscendo dalla via Pacini, Antonio si lascia alle spalle il prospetto della chiesa del Carmine in piazza Carlo Alberto“.

Dal centro della città arriviamo a Ognina con il film “Divorzio all’italiana” del 1961 di Pietro Germi: “Nei panni del barone siciliano Ferdinando Cefalù, Mastroianni si innamora di Angela, una cugina sedicenne da cui è ricambiato (interpretata da Stefania Sandrelli). L’unico ostacolo al coronamento del sogno d’amore è la petulante Rosalia, moglie di lui. La strada dove Fefè (Mastroianni) vorrebbe parlare con Angela è piazza Martiri Della Libertà, mentre il ristorante dove Fefè incontra l’avvocato De Marzi (Tordi) è il Costa Azzurra a Ognina“.

Protagonista anche il dialetto catanese. Nel film “Mimì Metallurgico ferito nell’onore” (1972), Giancarlo Giannini interpreta la caricatura del tipico siciliano. “Il chiostro del primo appuntamento tra Mimì (Giannini) e Amalia (Elena Fiore), moglie del brigadiere, è il Chiostro di Levante del Monastero dei Benedettini in Piazza Dante – continua a illustrarci Matteo Miano -. La strada dove Mimì corteggia Amalia per conquistarla è ancora via Crociferi, che la coppia percorrerà fino a piazza Duomo e alla Pescheria. La chiesetta dove avviene il regolamento di conti tra Mimì e il brigadiere Amilcare Finocchiaro (Gianfranco Barra) è, invece, la Chiesa di Santa Maria di Ognina“.

Da non dimenticare il film basato sulla novella di Giovanni Verga “Storia di una capinera”. Girata nel 1993 da Franco Zeffirelli, la pellicola è ambientata nella Catania di metà ‘800: “La giovane Maria (Angela Bettis) si innamora dall’aitante Nino (Johnathon Schaech). Ella, però, sarà costretta dalla perfida matrigna a prendere i voti per diventare suora. Il convento in cui Maria vive lontana dalla famiglia è il collegio dei Gesuiti in via dei Crociferi. Ma il chiostro del convento è, in realtà, il cortile dell’Università degli Studi in Piazza Università”. Anche qui, varie scene sono state girate nella Chiesa di San Benedetto in via Crociferi e nel Palazzo Asmundo Francica-Nava.

Infine, vediamo come il palazzo Biscari è stato lo sfondo de “I Viceré” (2007) di Roberto Faenza. Si narra la storia di una nobile famiglia catanese. “Al palazzo Biscari il principino Consalvo Uzeda, assistito dal maggiordomo Baldassarre, sconta una punizione comminatagli dal padre principe Giacomo Uzeda di Francalanza (Lando Buzzanca). La magnificenza di Catania – conclude Miano – apparirà anche con le scene girate in via Crociferi, piazza Duomo e al  Monastero dei Benedettini“.