Catania, infermieri in protesta: “Non chiediamo soldi ma solo 10 minuti in più”

Catania, infermieri in protesta: “Non chiediamo soldi ma solo 10 minuti in più”

CATANIA – “Non chiedono più soldi ma 10 minuti in più da conteggiare per i riposi. Si tratta di soli 10 minuti da concedere agli infermieri tra un cambio e l’altro al fine di informare il collega sulla situazione del reparto e dei malati“, questa la richiesta del sindacato delle professioni infermieristiche che oggi ha affiancato la protesta dei lavoratori a Catania.

Una procedura che rende migliore il sistema sanitario e che l’Asp di Catania ha deciso di negare a tutti gli infermieri della provincia. Per questa ragione il “NurSind” Catania, sindacato delle professioni infermieristiche, oggi ha protestato in maniera pacifica davanti gli uffici principali dell’Asp in via Santa Maria La Grande.

La richiesta degli infermieri è stata riconosciuta legittima anche dalla legge: “Da ultimo, a novembre scorso, la Corte di Cassazione ha riconosciuto agli infermieri ben 20 minuti per la ‘vestizione e svestizione della divisa’, noi chiediamo solo 10 minuti di sovrapposizione tra un turno e l’altro a garanzia del malato e della continuità”, afferma Vincenzo Neri dirigente provinciale del Nursind Catania.

Questa  prassi era adottata in regime di contrattazione locale nel solo presidio ospedaliero di Caltagirone (quando questo era azienda ospedaliera), ad esclusione di tutti gli altri distretti del catanese. In circa 10 anni il sindacato degli infermieri ha più volte richiesto la concessione dei 10 minuti su tutto il territorio dell’Asp 3 Catania. Da un mese si è invece deciso per la revoca a tutto il personale per “adottare un regime di eguaglianza su tutti i lavoratori” a dire dell’Asp Catania.

“Ne risente però il sistema sanitario – afferma Salvatore Vaccaro segretario provinciale del NurSind – almeno 10 minuti sono indispensabili per informare il collega infermiere, del turno montante, di tutte quelle notizie necessarie per garantire la sicurezza per la continuità delle cure dei pazienti. In più, non chiediamo necessariamente la monetizzazione bensì come da accordo di poter accantonare questi minuti per il riposo compensativo, come già si faceva a Caltagirone”.

“Inoltre, diversi capi sala – conclude – non sono mai stati sostituiti. La loro mancanza viene tamponata da diversi infermieri che vengono tolti alla assistenza del malato, con i risultati che tutti possono immaginare. L’appello al direttore è quello di attivare le procedure per la selezione dei coordinatori delle unità operative”.

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