Morte Riina: Maria Falcone “non perdona”, Ingroia accusa

Morte Riina: Maria Falcone “non perdona”, Ingroia accusa

PALERMO – Come previsto, la morte di Riina sta facendo parlare di sé. A esprimersi è soprattutto chi è stato toccato in prima persona dalla follia del defunto boss mafioso, tra cui Maria Falcone, sorella del magistrato rimasto ucciso nella strage di Capaci.

Maria ha dichiarato di non gioire per la morte del mafioso, ma ribadisce la sua posizione: “Non posso perdonarlo”, ha detto. Dal boss, infatti, non è mai arrivato nessun segno di redenzione, non si è mai pentito. Basta ricordare le recenti intercettazioni in cui gioiva della morte di Giovanni. Riina si vantava dell’omicidio del magistrato e rideva con un compagno di detenzione, dicendo di aver fatto fare al magistrato la “fine del tonno” con tono derisorio.

Continuano i commenti, tra i tanti spicca quello del presidente della commissione parlamentare antimafia. Rosy Bindi specifica come la fine di Riina non significhi la fine della mafia siciliana, che rimane “un sistema criminale di altissima pericolosità” e ricorda che il boss mafioso era stato capo di Cosa Nostra, già sconfitta prima della sua morte, grazie al lavoro di uomini coraggiosi.

A intervenire anche l’ex magistrato Antonio Ingroia, puntando il dito contro i potenti che si erano appoggiati all’organizzazione mafiosa e che in tutti questi anni hanno sempre temuto potessero venir fuori le verità indicibili su trattativa e stragismo del 1992-93. “Prima Provenzano e ora Riina sono morti senza parlare, portandosi nella tomba i terribili segreti di cui erano a conoscenza. La morte di Riina copre con una coltre di silenzio omertoso le malefatte di un’intera classe dirigente collusa con la mafia”. Ingroia conclude con un invito a ribellarsi alla classe politica corrotta e impunita.