San Berillo nella mani dell’indifferenza: Tomarchio denuncia l’abbandono degli immobili

San Berillo nella mani dell’indifferenza: Tomarchio denuncia l’abbandono degli immobili

CATANIA – San Berillo, un quartiere difficile dai tanti problemi e al tempo stesso dalle grandi potenzialità e risorse, che, negli ultimi anni, attraverso un piano di ristrutturazione dell’intera zona, sta cercando di lasciarsi alle spalle la brutta fama che per tanto tempo l’ha contraddistinto.

Nel progetto di risanamento dell’intera area la commissione comunale al patrimonio ha ascoltato le segnalazioni e le lamentele di associazioni e comitati cittadini che raccontano una quotidianità fatta di risse, schiamazzi notturni, prostituzione, spazzatura in ogni angolo e una incuria senza precedenti. In questo contesto di emarginazione sociale un grosso problema è rappresentato dai tanti edifici diroccati, abbandonati e che per occasione diventano riparo per senza tetto oppure nascondigli per gli stupefacenti.

Per questo motivo Salvatore Tomarchio, presidente della commissione al Patrimonio, ha deciso di intervenire. Insieme agli altri componenti di quest’organo ispettivo, infatti, il presidente ha voluto visionare personalmente la reale situazione del quartiere. Tra gli impianti abbandonati segnalati ci sarebbe pure un palazzo di due piani in via Caramba, assegnato da anni al locale consiglio di quartiere, che nei progetti iniziali doveva diventare la sede di uffici comunali distaccati.

Oggi resta solo una catapecchia abbandonata da chissà quanto tempo, rifugio per sbandati e gatti randagi. Dal tetto vengono giù pezzi di quello che resta dell’antico intonaco. Il palazzo adesso, dopo di decenni di infiltrazioni d’acqua piovana, rischia di “collassare” su via di Prima. Scenari estremamente desolanti che spingono la commissione ha lanciare la proposta di creare una cabina di regia con tutte forze istituzionali che lavorino a 360° per dare finalmente a Catania un quartiere degno di questo nome lavorando per il recupero di questi edifici.

Un impegno già preso da tempo dalle locali associazioni e comitati che non vanno lasciati soli in questa battaglia di civiltà. L’amministrazione in passato ha dato precisi segnali di riscatto e sviluppo ma, sopratutto nell’area compresa tra via Di Prima e via Sturzo, occorre fare molto di più. Tra imprenditori, che in questa parte di Catania hanno deciso di investire grosse risorse, residenti delle palazzine circostanti e bivacchi a non finire (non ultimo l’ex cantiere in Corso Sicilia) il rischio è quello di ritrovarsi per le mani una grossa incompiuta ancora per tanto tempo.