Catania e il capolavoro perduto di Carlo V, siamo sicuri di conoscere la nostra città?

Catania e il capolavoro perduto di Carlo V, siamo sicuri di conoscere la nostra città?

CATANIA – La nostra città, come in generale un po’ tutta la Sicilia, riserva sorprese uniche, dense di culture ma soprattutto di un glorioso passato.

A cosa ci riferiamo? Fra le tante, oggi vogliamo raccontarvi della cinta muraria di Catania.

Per comprendere la lunga storia delle mura di Catania dobbiamo fare un viaggio indietro del tempo, e dal 2017 fiondarci nel lontano 1500.

Il 1500, sì, i tempi del Sacro Romano Impero, ma soprattutto i tempi di Carlo V Imperatore. E fu proprio Carlo V a volere realizzare quest’opera gigantesca, grazie all’aiuto dell’architetto Antonio Ferramolino (alias Sferrandino da Bergamo): il progetto originale contava sette porte e undici bastioni. Considerate però quelle già esistenti, in totale le porte erano 12. Materiale? Manco a dirlo, pietra lavica.

E dov’è finito tutto questo ben di Dio? Verrebbe da chiedersi. La risposta è semplice: devastato da due gravissimi eventi che hanno dilaniato Catania, l’eruzione del 1669 e il terremoto del 1693.

Partiamo dagli 11 bastioni, che erano: Bastione San Giorgio, Bastione Don Perrucchio, Bastione Santa Croce, Bastione San Giuliano, Bastione Grande (del Salvatore), Bastione del Santo Carcere, Bastione San Michele, Bastione degli Infetti, Bastione San Michele, Bastione Sant’Euplio, Bastione San Giovanni e Bastione del Tindaro. Nonostante siano andati distrutti è ancora possibile “rintracciarli”, specialmente nella zona di via Plebiscito, dell’Antico Corso e della Civita.

Vediamo ora le 7 porte, intanto elenchiamole, poi entriamo nel vivo della questione, che ha, o meglio, potrebbe avere, un retrogusto un po’ amaro: Porta di Carlo V, Porta de Vega, Porta della Consolazione, Porta di Ferro, Porta di Sardo, Porta del Porto, Porta del Sale, Porta della Lanza, Porta del Re, Porta Stesicorea e Porta del Tindaro. A questo elenco mancano due nomi, due nomi celebri e sicuramente più noti di quelli che vi abbiamo elencato: Porta Uzeda (quella, per intenderci, all'”ingresso” di piazza Duomo) e Porta Garibaldi, meglio nota come Fortino. Come mai le stiamo considerando a parte? In realtà quest’ultime furono costruite successivamente (1696 la prima, 1768 la seconda) e avevano solo un fine celebrativo.

Ora, c’è un problema: delle 7 porte “storiche” volute da Carlo V, solo una è rimasta integra, ironia della sorte, proprio la porta di Carlo V.

Questa meravigliosa sconosciuta si trova nella zona della Pescheria, infatti l’altro suo nome è “Porta delli Canali” in onore della fontana dei 36 canali, andata distrutta con la colata del 1669 e non troppo distante dall’attuale fontana dei sette canali. Proprio pochissimi giorni fa è arrivata in redazione una segnalazione che risulta però essere molto allarmante: la porta di Carlo V, oggi, sarebbe inaccessibile. Colonizzata dalla pescheria la mattina, risulta essere irraggiungibile pure di sera, segregata da bancarelle e masserizie varie della Pescheria. Preso atto di ciò, incuriositi dal capire se si trattasse solo di un caso o di una situazione che invece si protrae da anni e a cui nessuno ha mai dato voce, abbiamo chiesto un parere a Salvatore Romano, presidente della I Circoscrizione di Catania, quella, cioè, che comprende il centro storico: “Prendiamo atto di questa segnalazione e verificheremo se sia vero o meno, facendovi sapere a breve. Noi veniamo incontro sia alle esigenze dei cittadini, e quindi anche di tanti turisti attratti da queste meraviglie, sia, ovviamente, a quelle dei commercianti; qualora fosse vero troveremo una soluzione che aiuti tutti“.

Noi ovviamente vi terremo aggiornati, sperando di non essere davanti all’ennesimo caso di “spreco culturale” della nostra città.