Franco Califano: quell’appassionato, amante della vita

Franco Califano: quell’appassionato, amante della vita

Finalmente un po’ di quiete. È stata una mattina molto movimentata questa. Sono stata svegliata dal continuo abbaiare del cane della vicina che ci avvertiva dell’imminente arrivo della pioggierellina, tipica del periodo autunnale.

Ho spalancato tutte le porte e sono rimasta seduta intenta ad ascoltare il suono perfetto e armonioso di ciascuna goccia d’acqua che unite alle altre fanno una musica rilassante per le mie orecchie.

La natura e le sue meraviglie, pensai… La goccia di pioggia incontra in un abbraccio la terra che col suo calore l’attrae a sé per divenire poi un tutt’uno. Cos’è mai questa magia? Quest’incredibile istinto che ogni essere vivente ha sulla terra? Il sole incontra sempre la luna prima di divenire giorno e le stelle, sera dopo sera, restano attaccate al proprio amato firmamento.

Eppure l’amore è una cosa seria, ma quante volte si soffre per esso? Tante a dire il vero… Non sempre l’amore è corrisposto, non sempre l’amore è eterno e se dura ha sempre qualche segreto da nascondere nella stanza del cuore. Persino Jacques Brel con la sua “Chanson des amants” del 1967 aveva intuito che, col tempo, ci si accorge delle bugie e delle viltà dentro ad ogni rapporto.

Ma l’amore è una cosa seria, ragazzi, insisto.

Francesco Califano, in arte il Califfo o il maestro, ha fatto dell’amore la sua musa ispiratrice che trova nella dimensione della canzone il modo per poter esprimere al meglio ciò che vede attorno a lui: la sua filosofia di vita, i suoi pensieri, la sua matura amarezza.

L’universo espresso da Franco Califano tocca una dimensione filosofica ed esistenziale che sa andare oltre, per niente banale, anzi, chi ha orecchie per intendere, intenda.

Nato sulla scia di una leggera brezza di un giorno di settembre, precisamente il 14 del 1938, nell’arco della sua vita comporrà oltre 1.000 canzoni scritte per sé ma anche per altri artisti, da Ornella Vanoni con “La musica è finita” e “Una ragione di più”, al popolare “Minuetto” reso indimenticabile dalla grande Mia Martini a Fred Bongusto con “Questo nostro grande amore”, aggiudicandosi il titolo di cantautore più originale del panorama musicale italiano.

Alcune frasi delle sue canzoni sono diventate dei veri e propri slogan della nostra vita a partire della celebre frase “E tutto il resto è noia”, bellissima canzone che dà il titolo anche al suo album del 1976.

E che dire poi dei suoi monologhi? Non ditemi che non vi è mai capitato di ascoltare quello tra i più celebri, “Avventura con un travestito” fatelo. Non ve ne pentirete. La sua voce mi porterà dentro al racconto e le risa sono garantite.

Nel 2001 il gruppo italiano pop dei Delta V  riproporranno in chiave moderna un altro capolavoro del Califfo “Un’estate fa” portando ancora una volta al successo un’altra poesia del maestro.

Oggi, il titolo di un suo brano portato al Festival di Sanremo del 2005, ci è possibile leggerlo, con un leggero sorriso sulle labbra, sopra la lapide che custodisce il nostro “Califfo” (partito verso un’altra vita il 30 marzo del 2013) che cita: “Non escludo il ritorno”.

Noi ce lo auguriamo “Maestro”, perché questa, signori miei, non è noia ma storia quella di un grande appassionato, eccentrico, amante della vita.