Muore per arresto cardiaco alla Virgin, chi controlla i certificati nelle palestre tra decreti e “privati”

Muore per arresto cardiaco alla Virgin, chi controlla i certificati nelle palestre tra decreti e “privati”

CATANIA – Sono ormai passate quasi due settimane dalla tragedia che si è consumata alla palestra Virgin Active di Catania, ubicata in via Messina. A perdere la vita il 7 ottobre, nel primo pomeriggio, è stato Alexander Sizemov, ingegnere russo di 25 anni, morto per arresto cardiaco mentre si trovava in piscina a svolgere il suo regolare allenamento sportivo.

Alexander è morto sotto gli occhi della fidanzata: nemmeno i defibrillatori sono riusciti a rianimarlo, utilizzati per tentare il tutto per tutto ore dopo il fatto.

Questa morte, anche se può sembrare brutto da dire, funge da pretesto per parlare della situazione attinente ai certificati medici degli iscritti in palestra. Ci spieghiamo meglio: prima dell’iscrizione, solitamente, viene chiesto un referto di idoneità sportiva, con esami cardiaci che farebbero riscontrare poi valori utili allo svolgimento dell’attività, che sia agonistica o meno. Come funziona l’iter? Tutte le palestre lo richiedono e lo controllano?

Andiamo subito al nocciolo della questione con Genni La Delfa, presidente Regionale della Federazione Medico Sportiva Italiana, che ha fatto il punto della situazione seguendo rigorosamente ciò che viene riportato nel decreto attinente alla presenza di referti medici in palestre registrate o private: “Ci sono dei punti importanti da chiarire, è un argomento delicato soprattutto alla luce di quanto accaduto alla Virgin. Possiamo riassumere il tutto in questo modo: il certificato medico non è obbligatorio in tutte le palestre. Dipende dall’estrazione sociale di quest’ultime: se sono registrate al Coni, una carta che attesti le condizioni salutari dell’atleta è necessaria. Nel caso delle palestre private, invece, non è obbligatorio ma l’azienda ha la facoltà di chiederlo. Per fare un esempio pratico: tu vuoi entrare in casa mia? D’accordo, ma alle mie condizioni. Devi avere qualcosa che attesti che io sia tranquillo con te come ospite. È un concetto semplice, ma che vede la sua complessità più avanti”.

“Si fa un’ulteriore distinzione – ha aggiunto La Delfa – se il soggetto in questione effettua attività con impiego cardiovascolare di un certo livello. In questo caso, ci vuole un certificato medico accompagnato da un elettrocardiogramma più specifico, ovvero quello da ‘sforzo’. Il solo certificato medico, invece, può essere portato da chi non effettua attività agonistica. I referti vengono rilasciati dagli specialisti, dal medico della Federazione Medico Sportiva Italiana, dai pediatri e dal medico di famiglia. Esistono, comunque, anche dei certificati per attività non di rilevanza cardiovascolare, quindi per attività leggere”.

Riassumendo, quindi, si può dire che per l’educazione fisica a scuola non serve nessun certificato, così come per le palestre private in cui si svolgano attività senza particolare ed elevato impegno cardiovascolare. In questi casi, però, si può richiedere il certificato di idoneità ludico-motoria.

Il certificato medico, invece, viene richiesto nelle palestre private e negli impianti sportivi affiliati al CONI nei casi in cui si svolgano delle attività senza particolare impegno cardiovascolare. Stesso discorso per le attività sportive extrascolastiche e per i Giochi Sportivi Studenteschi. Per queste circostanze è richiesto un certificato di idoneità non agonistico (rilasciato da pediatri, medici di famiglia, specialisti in medicina dello sport e medici FMSI). Nei casi in cui lo sforzo e l’impegno cardiaco aumentino, invece, è richiesto anche l’elettrocardiogramma da sforzo, rilasciato da pediatri, medici di famiglia, specialisti in medicina dello sport e medici FMSI.

Durante le gare del CONI e nelle fasi nazionali dei giochi sportivi studenteschi è necessario presentare un certificato medico di idoneità agonistico, rilasciato dalle strutture dell’Azienda Sanitaria Provinciale, da quelle universitarie, dai centri di medicina FMSI e dai medici prvati che abbiamo un’apposita autorizzazione della Regione.

Le cose cambiano per gli atleti fino ai 18 anni che soffrono di diabete: in questo caso bisogna essere in possesso anche di un certificato del diabetologo pediatrico.

In termini di sicurezza, importanza assume il decreto emanato da Renato Balduzzi e che vede al centro la tematica legata all’utilizzo dei defibrillatori:

Il decreto è stato aggiornato recentemente ed è interessante notare come nell’articolo 5.7 si abbia una specificazione dell’utilizzo dei defibrillatori anche in caso di primo soccorso sull’atleta durante una gara oltre che al semplice allenamento, con un personale qualificato addetto alla rianimazione.

In modo più chiaro, quindi, è obbligatoria la presenza di defibrillatori e personale in possesso di attestato di primo soccorso sportivo defibrillato della FMSI-CONI  durante le gare in tutte le palestre e impianti sportivi.

Quindi, cos’è consigliato al fine di evitare casi tragici come quello di Alexander? La Delfa non si è voluto soffermare sulla morte del ragazzo, poiché “conosco solo i caratteri generali della vicenda”, ma chiaramente “le normatrive ci sono, purtroppo però sono deficitarie. Io sottoporrei tutti gli iscritti, a prescindere dall’agonismo, a un elettrogramma annuale. La legge, invece, impone che venga fatto almeno una volta in tutta la vita: ma cosa si può sapere? Non se ne conoscerebbero i cambiamenti e i possibili sbalzi cardiaci. Ci sono delle problematiche di base, tuttavia specifico che le palestre registrate dal Coni hanno regolarmente degli elettrocardiogramma annuali, mentre per quanto concerne quelle private non è un problema che ci riguarda, anche se sono del parere che bisogna sensibilizzare tutti e indirizzarli a una soluzione medica più sicura in modo che casi del genere non si verifichino nuovamente”.