La rivincita del PC gaming

La rivincita del PC gaming

Secondo il Daily Herald, un quotidiano di Chicago, il PC gaming sta tornando a spopolare non soli negli Stati Uniti, ma anche in Giappone, la patria delle consolle. Qui in Italia, invece, Wired scrive: «Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano […], perlomeno stando a vedere le ultime uscite e i dati di mercato». In effetti, secondo le stime di Gartner Inc. la spesa per giochi per computer è destinata a salire di almeno il 6,6% entro il 2020.

A Confermalo, il fatto che Battlegrounds di PlayerUnknown, un gioco esclusivamente per computer, lo scorso anno abbia venduto più di 6 milioni di copie. In aumento anche il numero ultrabook gaming venduti. Stando ai dati del Jon Peddie Research (JPD), forniti in Italia da HDblog, il segmento hardware per videogiocatori PC, soltanto nel 2016, ha fruttato oltre 30 miliardi di dollari.

Secondo Ted Pollak, Senior Game Industry Analyst di JPD, il successo dei PC gaming è attribuibile a diversi fattori: «Buona ergonomicità della piattaforma desktop: la distanza del gamer rispetto al display è tale da garantire maggiori dettagli quando si utilizzano monitor HD o UHD; precisione superiore grazie a mouse e tastiera rispetto a un gamepad; maggiori possibilità di personalizzazione del sistema (hardware compreso)».

Le marche migliori, per un prodotto da gamer, restano: Micro-Star International (MSI), Alienware, Asus, seguite da Hewlett-Packard (HP) e Lenovo. A guidare il comparto, incredibilmente, i computer di fascia alta (quelli più costosi, che si aggirano introno ai 3.000 dollari/euro); da soli hanno fatturato, nel 2016, la bellezza di 10 miliardi di dollari in tutto il mondo. In definitiva, definire il mercato PC gaming un settore di nicchia risulta ormai superato. Ne avranno a risentire i videogiocatori consolle.