Al mondo della droga, i “codardi” dicono di no, perché non vai controcorrente se poi chini la testa

Al mondo della droga, i “codardi” dicono di no, perché non vai controcorrente se poi chini la testa

CATANIA – I nuovi giovani sono di una generazione allo sbando, paragonabili agli ignavi del canto terzo di Dante, che rincorrono un’insegna velocissima mentre gira su sé stessa, inseguiti da mosconi e vespe perché incapaci in vita di decidere la loro sorte, così anche loro non si schierano mai né a favore del bene, né a favore del male.

Tutto questo perché semplicemente non hanno ancora compreso cosa siano il bene e il male, e si ritrovano perciò sballottati da una parte all’altra della realtà odierna, alla deriva, immersi come sono nel grande vortice che racchiude vizi e passioni di un’adolescenza che come le mele è ancora troppo acerba per essere definita matura.

“Prendilo, ti piacerà sicuramente”, “hai forse paura? codardo!”, ci si rapporta in questo modo con il mondo della droga, fosco e chiaro allo stesso tempo, capace come solo lui può fare, di dividere i giovani e i pensieri di qualsiasi età. “Io non ho paura”, quante volte se lo saranno ripetuto migliaia di giovani che ancora non hanno una corazza per difendere le loro ossa e non posseggono armatura alcuna per proteggerle.

“Proviamolo, perché no, cosa vuoi che sia”, cosa vuoi che sia si dicono e si ripetono per sentirsi mano a mano più forti, invincibili, loro possono davvero dimostrare al mondo di essere indomabili, ma che diciamo indomabili, insuperabili.

“Sono uno studente e dopo aver fatto i miei esami, sono riuscito ad accedere alle superiori. In testa ho pensieri che si susseguono e che non vogliono saperne di dare spazio al silenzio, loro vogliono fare il caos, creare dentro me la confusione che mi porterà poi alla dannata perdizione dentro una nuova scuola che farà di me l’uomo di domani”. Immaginatelo un ragazzo del genere, pronto ad assaporare una nuova vita che lo aspetta a braccia aperte mentre gli sorride compiaciuta.

Dategli un nome di fantasia, fate di lui un esempio, adesso mettetelo davanti ad un liceo, un istituto o chi che sia, e immaginate che si senta sperduto mentre si siede timido e impacciato com’è, aspettando i suoi nuovi compagni. Ora invece, ponete al centro dei vostri pensieri un altro ragazzo, uno di quelli aperti alla gente, spigliato e pronto al rischio sempre. Fateli incontrare, magari durante una serata in discoteca, o nella struttura scolastica stessa, cosa ne verrebbe fuori secondo voi?

A meno che nessuno dei due abbia mai provato o usi invece quotidianamente canne o stupefacenti altri, non nascerebbe niente che non sia una bella amicizia. Quando invece uno dei due induce l’altro a provare e sperimentare la droga, minacciandolo al contempo di non esserne capace, allora succede il danno, e succede perché i ragazzi di oggi, si sentono impacciati e devono, lo sentono dentro, stare a pari con il resto del mondo per sentirsi accettati, per non sentirsi diversi.

Caro adolescente, ti stai prendendo a pugni da solo quando lotti per una libertà che infondo non vuoi neppure, e non manifestare poi il tuo essere anticonformista se, al contrario, segui la massa perché soggetto alla sua opinione.

Lo spaccio, inutile negarlo, è una piaga che fa assai male in questa società, dove chi dovrebbe diventare futuro, regredisce perché si abbassa e china la testa all’altro, per codardia, pusillanimità. La scuola non guarda, e se lo fa, gli occhi degli insegnanti e degli amici, quelli veri, (che ricordati non ti cambiano) non saranno mai comunque abbastanza per combatterlo, estirpandolo sin dalla radice, del tutto.

Sta a te, ragazzo del domani, fare del tuo oggi una strada per quello che sarà poi il tuo futuro, con i pro e i contro che questo comporta, tu non sentirti mai inferiore di fronte a chi non sta neanche facendo uno schizzo del disegno di questa vita, con la quale poi, penserà a fare i conti domani.