Futuri medici sul piede di guerra: nessuna notizia del Bando per l’accesso alle Scuole di specializzazione

Futuri medici sul piede di guerra: nessuna notizia del Bando per l’accesso alle Scuole di specializzazione

CATANIA – Come ogni anno migliaia di neolaureati in medicina si preparano per il tanto atteso concorso che permetterà loro di accedere alle Scuole di specializzazione di tutta Italia. Questa volta però sembra che il percorso sia più lungo del previsto.

Se un comunicato stampa dello scorso 13 maggio annunciava entro la fine di luglio e gli inizi di agosto la pubblicazione del bando e a ottobre la data del test, ad oggi la situazione è in realtà un’altra: a inizio settembre ancora nessuna ombra del famoso bando.

Ormai, infatti, da più di un mese i futuri medici sono sul piede di guerra, stufi di aspettare notizie concrete su quello che potrà essere il loro futuro. Un’attesa che diventa sempre più straziante, perché alcuni saranno costretti a lasciare casa per trasferirsi in un’altra città o c’è chi addirittura resterà escluso dalla graduatoria e dovrà attendere un altro anno prima di ritentare.

Sono diverse le fasi per l’emanazione del bando. Il primo passo prevede che l’osservatorio del Miur verifichi le condizioni di ogni struttura e, se idonea, il Ministero può accreditare quella determinata scuola. Una volta concluso l’accreditamento di tutte le scuole della penisola, potrà essere noto il bando con tutte le informazioni riguardante le modalità di svolgimento del concorso.

“Il processo di valutazione relativo all’accreditamento delle Scuole di specializzazione nelle varie sedi universitarie si è concluso proprio da pochi giorni – dichiara il professore Giuseppe Sessa, presidente della facoltà di Medicina dell’università di Catania –. In questa fase sono state verificate innanzitutto le congruità dei requisiti scientifici del corpo docente delle Scuole, a cura del Consiglio universitario nazionale, e poi soppesato il numero di prestazioni annuali da parte delle strutture sanitarie collegate all’attività formativa degli atenei, adeguato o meno alla concessione dell’accreditamento”.

A questo proposito tutte le scuole dell’ateneo etneo sono state ritenute idonee e, dunque, pronte ad accogliere i nuovi specializzandi. “Un duro lavoro che ha coinvolto anche i presidi delle facoltà di Messina e Palermo – continua il professore –. In una settimana siamo riusciti a rispettare tutti i termini richiesti. Infatti, l’università di Catania ha viste accolte tutte le proprie richieste di accreditamento e questo per la comunità accademica catanese è motivo di grande orgoglio e il frutto di un impegno da parte dell’ateneo, delle aziende ospedaliere del territorio, dei direttori delle scuole e di tutti gli organi amministrativi”.

Ma se le scuole di Catania sono state tutte riconosciute, non è stato così per altre scuole di Italia e questo insieme a un possibile cambiamento del concorso sono stati motivi di ritardo dell’emanazione del bando. “Il ministro Fedeli – afferma il presidente – ha ipotizzato una revisione del concorso, attraverso una graduatoria unica nazionale, non più suddivisa per aree (medica, chirurgica e dei servizi); e su questo tema, fino a pochi giorni fa, hanno espresso le proprie riflessioni tutti gli organismi competenti e gli atenei. Tutto ciò, insieme con l’imprevisto del mancato accreditamento di ben 135 scuole anche in università prestigiose, che ora proveranno a farsi inserire, ha inevitabilmente portato dei ritardi che hanno ad oggi impedito l’immediata emanazione del bando”.

Una buona notizia per gli specializzandi è che, nonostante i continui rimandi, le borse di studio non sono a rischio, poiché i contratti sono in ogni caso oggetto di trattativa con la Regione siciliana. L’ateneo, infatti, si sta impegnando a ottenere un numero di borse adeguato al numero dei posti disponibili nelle proprie scuole.

La situazione attuale non dà nessuna certezza circa i tempi che si dovranno ancora attendere per avere delle risposte concrete. “Il timore è che, di fatto, – conclude il professore – si rischia di veder slittare il bando ancora oltre, con grave danno per i neolaureati che attendono di poter concorrere anche da più da un anno. Ma l’impegno da parte del Ministero è quello di fare svolgere i test entro la fine dell’anno con l’immediata messa in servizio degli specializzandi. In ogni caso, l’ateneo di Catania e la Scuola di Medicina sono molto attenti a questa problematica e hanno già espresso al ministro i loro auspici affinché si trovi la soluzione più rapida possibile.