Telelavoro: cos’è, tipologie, vantaggi e svantaggi

Telelavoro: cos’è, tipologie, vantaggi e svantaggi

Che cos’è il telelavoro? Secondo il Dizionario Italiano Sabatini Coletti consiste nel «decentramento produttivo e occupazionale realizzato mediante strumenti telematici che permettono di lavorare scambiando dati e informazioni in tempo reale con la sede di lavoro». Tuttavia, esistono più tipi di telelavoro: domiciliare, da centro satellite, mobile.

Il primo, come suggerisce il termine, viene eseguito da casa tramite un PC connesso alla rete aziendale; il secondo viene eseguito da una filiale dell’azienda provvista degli strumenti necessari (computer, fax, fotocopiatrici, ecc.) allo svolgimento delle mansioni; il terzo può essere eseguito da qualsiasi parte del pianeta, purché il lavoratore abbia un PC e una connessione a Internet. La quarta e ultima forma di telelavoro è spesso utilizzata dai liberi professionisti o dai lavoratori a progetto.

La normativa che disciplina l’oggetto deriva dall’accordo quadro europeo sul telelavoro del 16 luglio 2002 ed è dettata dall’accordo interconfederale del 9 giugno 2004. Inoltre, esiste il DPR 70/99 (riforma Bassanini) che estende i diritti dei lavoratori tradizionali, come la formazione aziendale e la possibilità di far parte di un sindacato, anche ai telelavoratori, sia in ambito pubblico che privato.

Il telelavoro, secondo il principio di volontarietà, si può applicare solo previo accordo fra le parti. Al datore di lavoro spetta fornire gli strumenti per quest’ultimo, al telelavoratore la prestazione. La particolarità risiede nel fatto che il dipendente può gestire in maniera autonoma il suo tempo, ammesso che il carico di lavoro produca gli stessi risultati che si produrrebbero con il medesimo numero di ore in ufficio. I vantaggi sono rappresentati da limitati costi di trasporto, da una maggiore flessibilità e dalla possibilità di riuscire a conciliare meglio impegni familiari e lavorativi. Oltretutto, non solo si tratta di un’ottima soluzione per persone con handicap, ma comporta anche un abbassamento dei costi per il datore di lavoro, che non deve spendere in immobili, spese di riscaldamento, gas, luce, acqua. Gli svantaggi risultano essere, invece, l’isolamento dai colleghi, l’impossibilità di avere un’interazione diretta con loro e il carattere dispregiativo con cui viene classificato un telelavoratore, da qui il luogo comune che si tratti di un perdigiorno o una persona dotata di privilegi particolari che gli altri non hanno.

Smart Working

Dulcis in fundo non esiste ancora una legislazione dettagliata e organica che disciplini tale modalità lavorativa, che non gode ancora di una luce favorevole agli occhi delle aziende.

Alberto Molino