Clochard ad Augusta, sul web ci si divide: è una sua scelta o no?

Clochard ad Augusta, sul web ci si divide: è una sua scelta o no?

AUGUSTA – Se ne sta lungo la strada principale di Augusta, non chiede niente e appare piuttosto discreto nonostante la sua condizione.

Sembra non abbia paura del caldo torrido di agosto né tantomeno dei passanti, del loro turbamento e della loro curiosità. Il clochard di via Umberto è conosciuto a molti e a dimostrarlo sono i dibattiti che ultimamente hanno preso d’assalto i social.

Ed è qui, sul web, che ci si divide. In tanti chiedono che sia fatta qualcosa, altrettanti invece definiscono la scelta come “libera” e personale. Vive la sua vita così, non fa male a nessuno anche se a molti la sua condizione porta disagio. La libertà che ha scelto di avere, se fosse davvero una sua decisione, infatti intacca secondo alcuni, quella di altri, in quanto passeggiare e ritrovarselo accanto costituisce “imbarazzo” perché “sporco e maleodorante”.

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E allora perché non domandare a riguardo alle associazioni del luogo? Detto fatto! Peccato però che dall’altra parte della linea, si passano il barile a vicenda. La Misericordia di Augusta, Onlus di volontariato-assistenza sanitaria, sociale e protezione civile infatti, dopo quanto spiegato, con gentilezza e con garbo, ha promesso di richiamare al rientro, (il numero squilla all’operatore in ambulanza e non in sede) dato che in servizio non avrebbe potuto dare le informazioni necessarie. Ebbene, malgrado un secondo tentativo ed una nuova attesa in linea con un’altra operatrice, nessuno ha dato risposte.

Quel che adesso ci si chiede, alla luce di come sono andate le cose è : è stata già fatta qualcosa per migliorare le condizioni di questo senzatetto? In caso contrario, è davvero una sua scelta?

Fatto sta che risulta necessario intervenire, non soltanto per lui, ma per tutti i vagabondi di Augusta che, soprattutto in questo mese dell’anno, vivono un periodo difficile che pregiudica le loro condizioni di salute. 

Chiudere gli occhi e far finta di non vedere, continuare la passeggiata e riprendere a fare quello che si stava facendo l’attimo precedente, insomma non fermarsi. Lo fanno ormai tutti. Eppure quando in televisione girano pubblicità che richiedono donazioni per migliorare quella che è una situazione delicata siamo tutti così solidali… o per lo meno la maggior parte. Quanto detto non vuole essere un richiamo ma una denuncia. Da premettere che, far del bene a chi è lontano è giusto, ma di chi è vicino a noi chi se ne occupa? Perché ci si gira dall’altro lato spesso e volentieri di fronte a cose di questo genere? 

Solidarietà è far del bene anche a quelli di cui non si parla ma che sappiamo tutti esserci; agli “sconosciuti”, quelli che ci sono ma che vengono ignorati; ai fantasmi di città, gente che non può più gridare perché consumata dai casi della vita, dallo Stato, dalle frodi o dalla crisi. Si può fare di più senza essere eroi.