Catania, CISL, tagli a scuola: è un salasso

Catania, CISL, tagli a scuola: è un salasso

CATANIA – A Catania, a causa dei tagli e del blocco degli stipendi, i lavoratori della scuola, docenti e personale Ata, perdono ogni anno 55 milioni di euro: 40 milioni i docenti, 15 milioni gli Ata.

Lo denuncia la Cisl Scuola etnea che, con gli altri sindacati di comparto, sta raccogliendo le firme in tutte le 200 scuole della provincia, per la difesa della scuola pubblica, la sicurezza nei luoghi di lavoro, per diritti contrattuali.

Per discutere dei problemi che attanagliano il settore, lunedì 27, dalle ore 16, presso il circolo didattico Pizzigoni di Catania (via Siena 5), la Cisl Scuola di Catania ha promosso un incontro/confronto coi lavoratori.

Saranno presenti Pippo Denaro, segretario Cisl Scuola Catania; Dionisio Bonomo, reggente Cisl Scuola Sicilia, e Rosaria Rotolo, segretaria generale Cisl Catania. Si parlerà anche della mobilitazione della categoria, dell’8 novembre a Roma, per il rinnovo del contratto, e dell’analisi delle linee guida del Governo per la riforma del sistema scolastico.

«La manovra del governo Renzi – dice Denaro – prevede un taglio di 6,1 miliardi di euro, di cui tagli lineari per circa 2,1 e 2,5 miliardi di euro agli stipendi dei dipendenti statali. Anche gli insegnanti e il personale ATA avranno quindi lo stipendio bloccato per il quinto anno consecutivo, l’ultimo rinnovo contrattuale risale infatti al gennaio 2009».

«Mediamente – aggiunge – il personale della scuola perderà annualmente dai 3 ai 4 mila euro annui. Se si considera poi che la manovra di Renzi prevede un ulteriore blocco fino al 2019, il danno e la beffa per i lavoratori del comparto scuola sono incalcolabili e non più sopportabili. Un vero salasso sia per le famiglie che per la già scarsa economia del nostro fragile territorio».

«Per questi e altri motivi – conclude Denaro – stiamo raccogliendo le firme in tutte le scuole della provincia. E la risposta dei lavoratori non si è fatta attendere: tutte le scuole hanno risposto all’appello. A oggi sono state raccolte circa il 63% di firme, quasi diecimila. Un grande risultato».