Uccise le figlie e tentò il suicidio, per i periti è “incapace di intendere e di volere”

Uccise le figlie e tentò il suicidio, per i periti è “incapace di intendere e di volere”

GELA – “Incapace di intendere e di volere”. È questo il verdetto nei confronti di Giusy Savatta, la donna accusata di duplice omicidio volontario, che il 27 dicembre scorso strangolò le proprie figlie, Maria Sofia di 9 anni e Gaia di 7, e poi tentò di suicidarsi ingerendo candeggina, perché temeva di essere lasciata dal marito.

Nella perizia psichiatrica, depositata oggi nel corso di un incidente probatorio, si sostiene inoltre che la donna era e continua ad essere ancora oggi “un soggetto pericoloso per sé e per gli altri” perché “affetta da un delirio persecutorio crescente“.

Il marito, docente di matematica, lo scorso anno, le avrebbe annunciato la separazione causando in lei ansie e paure per il disfacimento della propria famiglia, con conseguenti sofferenze anche per le bambine. Il terrore della solitudine e dell’abbandono avrebbero scatenato in lei la volontà omicida e suicida.  

Oggi si trova detenuta sotto stretta osservazione nel carcere psichiatrico di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), dove è sottoposta a terapia specifica.