Caso Riina, Rita Dalla Chiesa: “Mio padre non ha avuto una morte dignitosa”. Le polemiche

Caso Riina, Rita Dalla Chiesa: “Mio padre non ha avuto una morte dignitosa”. Le polemiche

PALERMO – “Penso che mio padre una morte dignitosa non l’ha avuta, l’hanno ammazzato lasciando lui, la moglie e Domenico Russo in macchina senza neanche un lenzuolo per coprirli. Quindi di dignitoso, purtroppo, nella morte di mio padre non c’è stato niente”. 

Sono queste le parole di Rita Dalla Chiesa rilasciate al Tg4 dopo aver appreso la notizia che la Cassazione ha accolto la richiesta del legale di Totò Riina per il differimento della pena del suo assistito.

“Il diritto a morire dignitosamente va assicurato ad ogni detenuto. Tanto più che fermo restando lo spessore criminale va verificato se Totò Riina possa ancora considerarsi pericoloso vista l’età avanzata e le gravi condizioni di salute”, dichiara la Cassazione. 

Il boss di Cosa Nostra, ormai 86enne, soffre di diverse patologie e non sono poche le polemiche che ruotano intorno a questa richiesta. Tra chi, con il cuore in mano e misericordioso, vorrebbe dargli una morte dignitosa e chi, invece, senza nessuna pietà e consapevole dei reati commessi da Riina, rifiuta ogni sconto. 

C’è da dire che tutti, o quasi, conoscono la “storia” di questo uomo “che peri ‘ncritati” che fece strage senza il minimo ripensamento. Senza pensare che, in fondo, anche loro meritavano una morte dignitosa e che, un giorno, quando tutto il male fatto sarebbe ritornato indietro, anche lui avrebbe chiesto “pietà”. 

Quello che fa più pensare non è tanto la richiesta del legale ma la decisione della Cassazione che conferma come l’Italia è quel paese dove un pluriomicida come Totò Riina potrebbe morire dignitosamente e uno come dj Fabo no