Un raggio di sole nella tempesta accolto e respinto: è stato un altro Catania. Il Siracusa…

Un raggio di sole nella tempesta accolto e respinto: è stato un altro Catania. Il Siracusa…

CATANIA – Oggi, inevitabilmente, in casa Catania in molti hanno acceso una luce che fino ad una settimana fa sembrava impensabile.

L’obiettivo playoff era sempre stato alla portata dei rossazzurri se parliamo di aritmetica e, con la vittoria di ieri, sono partiti i calcoli del caso in quanto Catania, Fondi e Fidelis Andria sono tutte appaiate a 46 punti ma per la classifica avulsa gli etnei finirebbero al dodicesimo posto. Ecco perché a Caserta, contro la Casertana, sarà la partita della vita che il Catania non può sbagliare.

Toh, abbiamo visto il Catania

C’è una cosa che, stavolta, si è portati a commentare: il ritorno alla vittoria dei rossazzurri. In una partita da dentro o fuori, che obiettivamente il Catania non poteva sbagliare. Era necessario dare una scossa dopo troppe batoste, specie l’ultima di Monopoli, e a tratti è sembrato di vedere uno dei migliori Catania della stagione. Nel derby di ieri, infatti, il Siracusa è caracollato sul 3-1 senza poter usufruire di spazi per la manovra per 75′ abbondanti. Il tecnico aretuseo Sottil ha parlato di rammarico visti gli ultimi dieci minuti giocati ad alta intensità dove è stato trovato anche il goal di Scardina, ma contro quel Catania venuto fuori dopo tre mesi più che bui era difficile fare risultato.

Al 50′ i rossazzurri erano già avanti per 3-0, merito di un ottimo primo tempo dove la voglia e la grinta si sono mischiate a un po’ di nervosismo di troppo (come l’ammonizione di Parisi che costa la squalifica al calciatore). I migliori sono stati Di Grazia e Manneh, i due esterni, che hanno spinto tanto e hanno messo in difficoltà sia Brumat che Malerba, i terzini del Siracusa. Di Grazia ha anche trovato la rete del raddoppio al termine del primo tempo, che ha compromesso la gara per i biancoazzurri e fallito l’opportunità del 4-1 quando, solo con Mazzarani davanti Santurro, ha sparato il pallone addosso al portiere siracusano. 

Brutto scherzo Siracusa

Cos’è mancato al Siracusa? La piazza si è divisa: c’è chi nomina questa come una “sconfitta in salute”, c’è chi invece avrebbe voluto vedere qualcosa di più in campo e chi è preoccupato per i playoff. Sottil mette i puntini sulle i: “Noi non siamo in grado di gestire, di fare calcoli, non possiamo permettercelo. Abbiamo sbagliato perché non abbiamo spinto dal primo fino all’ultimo minuto, com’è invece siamo soliti fare. Prepariamo quest’ultima gara in casa, che ad inizio stagione ci sarebbe dovuta servire per raggiungere la salvezza, e poi ci giocheremo i playoff da Siracusa“.

Un po’ per disattenzioni e demeriti propri e un po’ anche a causa della forza del Catania di ieri, il Siracusa si è quasi subito trovato sotto (al 13′) vedendosi la gara compromessa. La reazione è arrivata soltanto dopo la rete di Scardina e l’ingresso di Longoni, che ha dato imprevedibilità all’attacco aretuseo. Sottil gridava di far girare la palla, invece questa veniva gettata in profondità senza esito. La gestione del pallone con il 4-4-2 adottato ieri al “Massimino” non ha convinto rispetto al classico 4-2-3-1: inoltre, il tecnico rossazzurro Pulvirenti ha chiesto ad un certo punto della gara di spingere di più a Di Grazia sulla fascia sinistra, perché era lì che il Siracusa, nella persona di Malerba, aveva più problemi. Una squadra spenta quella biancoazzurra, che probabilmente sono rimasti sorpresi dalla prestazione “a testa bassa” dei loro avversari, e nemmeno la mossa di abbassare Emanuele Catania al fine di avere più palle giocabili ha portato i suoi frutti.

Una nuova identità, adesso?

Valutando l’altra faccia della medaglia, stavolta gli uomini di Pulvirenti hanno giocato da squadra, trovandosi e cercandosi in mezzo al campo: tutti hanno dato il loro contributo e hanno dato un bel colpo di reni. Il Catania chiude dignitosamente la sua “regular season” in casa, seguendo la trama delle partite vinte con convinzione e superiorità contro Juve Stabia, Messina, Catanzaro e Monopoli: la prestazione però resta quasi inspiegabile visto il momento da cui i rossazzurri arrivano. È chiaro che la rabbia era tanta e che i tifosi possono strappare un sorriso dopo una bella vittoria, ma diventa ancora più oscuro perché il Catania non sia riuscito a giocare così prima.

Siamo però al termine di questo campionato e per avere la conferma di aver visto un Catania diverso dovrà arrivare il 7 maggio, alle 17,30, nello scontro diretto contro la Casertana. Trovare una nuova identità avrebbe comunque un senso in vista di eventuali playoff, altrimenti potrebbe restare una vittoria fine a se stessa per quanto esteticamente bella possa apparire.

Tifosi, fredda gioia

La Curva Nord aveva accolto l’appello di Lo Monaco che li invitava a partecipare allo stadio: avevano promesso tifo sfrenato per un tempo. La Curva Sud è entrata e tifato dal primo minuto fino all’ultimo, nella ripresa poi sono arrivati dei cori contro la società ed una nuova cornice di pubblico presente si è vista come non era presente da tempo. Tra l’altro, in base a quanto letto sui social, sarebbero stati lanciati dei petardi che avrebbero anche colpito un anziano presente allo stadio insieme con il figlio. Il terzo goal del Catania è stato fischiato, simbolo di una tifoseria ancora troppo divisa che non dimentica quello che c’è stato prima e che non crede nella disputa dei playoff, anzi, non vuole che la squadra ci arrivi ma soltanto per “non fare altre brutte figure” (per dirla in maniera garbata). È tutto nelle mani del Catania, comunque, che a Caserta si gioca tutto.

Intanto, la festa del 1/o maggio può essere vissuta in maniera più tranquilla e la settimana si apre con un piccolo raggio di sole che potrebbe anche diventare qualcosa di più.