Sulla storicità di Gesù: la storia dietro la Pasqua Cristiana

Sulla storicità di Gesù: la storia dietro la Pasqua Cristiana

La Pasqua è uno degli eventi più importanti per i Cristiani (cattolici e protestanti) ed anche per gli Ebrei: è la festa che segna uno dei capisaldi delle due religioni. A differenza della Pasqua Ebraica, quale festeggia la liberazione degli Ebrei dall’egemonia egiziana, al’’indomani della Decima Piaga d’Egitto, la Pasqua Cristiana è la ricorrenza della crocifissione di Gesù di Nazareth e della sua resurrezione.

Ma qual è la vera storia dietro la Pasqua Cristiana? Di certo, la crocifissione e la resurrezione di Gesù, sono simbolo della purificazione dai peccati e della prima rivelazione del Messia, ossia il Salvatore. Ma la resurrezione è uno dei dogmi della fede Cristiana, anche perché improbabile nella concezione della vita umana. Per un’analisi storica dietro la Pasqua c’è bisogno di accantonare per un momento la credenza nella religione e analizzare anche su fonti cristiane e non.

La nascita di Cristo viene a collocarsi come inizio di un nuovo corso storico, ed è per noi alla base dello studio di tutte le epoche della storia: infatti, dividiamo gli anni in “Avanti Cristo” (a.C.) quelli prima dell’anno 0 e in “Dopo Cristo” (d.C.) quelli dopo l’anno 0. Alla figura di Gesù di Nazareth, vengono attribuiti dei personaggi storici ed un momento ben preciso: parliamo intanto dei primi anni dell’Impero Romano, esattamente tra il primo Imperatore Ottaviano Augusto e il suo successore Tiberio. Ma sono gli anni dell’Impero di Tiberio che Gesù vive.

Gesù nasce e cresce nella Giudea, sotto il protettorato romano, dove in un primo momento conosciamo il Re della Giudea, Erode il Grande, un personaggio crudele coinvolto nella strage degli innocenti narrata dai testi cristiani.

Alla morte di Erode il Grande il potere romano all’interno della Giudea s’indebolisce: un usurpatore prende il trono e finisce in uno scontro vittorioso per i romani; sul trono della Giudea si ripotè sedere di nuovo la stirpe Erodiana: Erode Archelao che divenne Re della Giudea, con una suddivisione di altri territori con i propri fratelli, Erode Antipa, come tetrarca, si prese la Galilea e Erode Filippo, sempre come tetrarca, la Iturea.

È proprio sotto la stirpe erodiana, che Gesù incontrò la sua morte.

I testi cristiani riportano l’Ultima Cena con gli Apostoli e il tradimento dell’apostolo Giuda Iscariota, che fece arrestare Gesù Cristo subito dopo la cena. Il processo che porterà alla crocifissione di Cristo è un processo che riconosce al tempo stesso un valore cristiano e la storicità della figura di Gesù di Nazareth. Gesù viene condotto sotto entità giurisdizionali romane, tra cui la figura del prefetto romano: Ponzio Pilato.

Siamo tra il 30-33 d.C. e Gesù è ora sottoposto alla sentenza di Pilato. Sulle spalle del Nazareno cade l’accusa di blasfemia, da parte delle autorità religiose giudaiche, perché accusato di essersi proclamato figlio di Dio, anche se lo fece in modo indiretto e mai in modo esplicito; non solo, il popolo romano non vide mai di buon occhio le religioni che instaurassero nuovi Dei, oltretutto, di stampo medio-orientale, così com’è tutta la discendenza delle religioni giudaiche, che furono spesso moventi di nuove insurrezioni. Già si può notare come il Cristianesimo, ancora nemmeno così sviluppato, potesse far vedere i punti deboli dell’Impero Romano.

Ma la sentenza non fu del tutto di Pilato: quest’ultimo, come chiaramente narrano i testi, “se ne lavò le mani”, non volendo sporcarsi col sangue di Cristo. Così lasciò decidere al popolo che si era riunito dinanzi al luogo della sentenza, sperando che potesse scagionare il Nazareno, dato che durante gli interrogatori di Pilato, in Cristo non vi era traccia di colpevolezza e ribellione all’autorità. Ma il popolo decise di condannarlo a morte, e così Pilato sentenziò la sua crocifissione.

Così, come un disertore e in mezzo a due disertori – Tito e Dimaco, due ladri -, Gesù Cristo fu crocifisso e poi sepolto. Qui la tradizione cristiana narra della sua resurrezione dopo tre giorni: e questa è la Pasqua Cristiana, la purificazione dei peccati tramite il sacrificio di Gesù, la sua resurrezione ed ascesa in cielo, nonché la rivelazione del Messia.

Questa è diciamo una ricostruzione generale della storicità della figura di Gesù di Nazareth, alla quale si accostano i testi dei Vangeli e i testi non cristiani; anzi, si può trovare spesso uno scritto di qualche autore latino postumo alla morte di Gesù.

Ora la figura di Gesù sarà centrale quando il Cristianesimo, a differenza delle altre religioni giudaiche, riuscirà ad entrare nell’elité dell’Impero Romano, facendo rimanere la Chiesa in piedi dopo la caduta dell’Impero d’Occidente nel 476 d.C., con la diffusione della religione Cristiana Cattolica tra i regni romano-barbarici. Anche se, in realtà, proprio nel Medioevo, la religione si coprirà di scempi e di sangue (e di scismi, volendo ricordare la separazione dei protestanti), che non erano propri della figura di Gesù, narrata dai Vangeli.

Centrale è anche in fatti più vicini al processo: Gesù può essere considerato un rivoluzionario a tutti gli effetti, uno dei più grandi, che si andò a scontrare col mos maiorum Romano, che non permetteva intrusioni religiose. Ma come si può notare, Gesù era una spina sul fianco anche per i grandi capi delle religioni giudaiche; si può dire che in parte, furono i sacerdoti a mandare a morte Gesù di Nazareth.

La Pasqua Cristiana, è parte della cultura cristiana che ha, in effetti, formato e plasmato – insieme alla filosofia greca – la cultura occidentale.