La festa della Pasqua: un viaggio tra cristianesimo ed ebraismo

La festa della Pasqua: un viaggio tra cristianesimo ed ebraismo

Tra le feste più attese tutto l’anno da un punto di vista religioso, la Pasqua segna una data importante di tutto l’anno liturgico. Le uniche religioni che celebrano la pasqua sono il cristianesimo e l’ebraismo. La celebrazione di questa festa trova, però, all’interno delle due religioni e culture diverse accezioni e significati, basati fondamentalmente sulle tradizioni dei vari popoli credenti.

L’Italia, per la maggior parte cattolica, celebra la Pasqua come passione e, soprattutto, resurrezione di Cristo, il quale con la sua morte ha salvato gli uomini. La pasqua cristiana potremmo definirla “mobile”: la domenica di Pasqua cade a seconda del plenilunio dopo l’equinozio di primavera. Lievemente diversa dalla Pasqua cattolica è la Pasqua ebraica: la Pasqua ebraica è celebrata 14 giorni dopo l’inizio dell’anno religioso, come specificato nella Bibbia ebraica. Gli ebrei, inoltre, non celebrano la resurrezione di Cristo ma la liberazione del popolo ebraico dall’Egitto grazie a Mosè. Per questo motivo, infatti, la Pasqua ebraica è detta “di liberazione” (il significato ebraico del termine “Pasqua” è “passaggio”); quella cristiana “di resurrezione“.

Il punto fondamentale che accomuna la pasqua ebraica e la pasqua cristiana è il simbolo dell’agnello: gli ebrei ricordano la notte in cui vennero sterminati i primogeniti egiziani e vennero risparmiati quelli ebrei, grazie a una croce disegnata col sangue di un agnello sulla porta delle proprie case. Per i cristiani, il simbolo dell’agnello assume accezioni diverse: esso si identifica con il figlio di Dio, Cristo, detto appunto “agnello immolato”, che con la sua morte ha salvato l’umanità.

La Pasqua ebraica ha una durata di 8 giorni (7 nella sola Israele). I cristiani, invece, si attengono alla cosiddetta Quaresima, un periodo di 40 giorni, cominciato con il mercoledì delle ceneri e concluso con l’ultima domenica prima della settimana santa. In quest’ultima vengono celebrati: il giovedì Santo, con il quale si ricorda l’ultima cena tra Cristo e gli apostoli e il tradimento di Giuda; il venerdì Santo, durante il quale si ricorda il giorno della morte di Cristo; la notte del sabato Santo, intesa come veglia per la resurrezione di Gesù e infine la domenica di Pasqua. Durante quest’ultima, in particolare, viene nuovamente intonato l’Alleluia, che per tutto il periodo pre-pasquale viene sostituito da altri canti liturgici.

La simbologia cristiana che percorre tutto il tempo pasquale è senz’altro la croce, simbolo della morte di Cristo e della sua sofferenza. Nella Pasqua ebraica, la sera precedente la vigilia della festa, le case vengono ripulite da ogni traccia di lievito e di alimenti in cui viene utilizzato. Il lievito rappresenta il peccato, la malvagità, per cui eliminarne ogni traccia significa ripulire la propria vita e la propria famiglia da ogni peccato o malvagità.