Smettere di fumare: tabacco riscaldato, la via giusta? Parla il prof. Polosa

Smettere di fumare: tabacco riscaldato, la via giusta? Parla il prof. Polosa

CATANIA – Tumori, danni ai denti, patologie cardiovascolari, malattie respiratorie e chi più ne ha più ne metta. Le sigarette fanno male, questo ormai lo sappiamo tutti. Ma tutti sappiamo anche che smettere, soprattutto per i fumatori più incalliti, è un’impresa quasi impossibile.

Sì, quasi. Di metodi per uscire dal tunnel del tabagismo ce ne sono tanti, basta solo aggiungere un po’ di impegno e buona volontà. Abbiamo già ampiamente parlato di ‘vapagismo’, metodo ingegnoso per distogliere i fumatori dal pensiero fisso della sigaretta, ma non l’unico. Forse meno conosciuti sono i prodotti a tabacco riscaldato, da poco più di due anni in produzione e già molto dibattuti.

Anche la “sigaretta a riscaldamento” funziona a tabacco, raccolto in stick di aspetto molto simile a quello delle sigarette, ma la particolarità è fondamentalmente una: il tabacco non viene bruciato ma viene scaldato ed emette un aroma che dà al consumatore la stessa sensazione di fumare una normale sigaretta. Niente combustione, niente fumo. 

Effettivamente questo speciale strumento sembrerebbe dare un’ottima sensazione a quei fumatori che, nonostante prima d’ora non siano mai riusciti a staccarsi dalla sigaretta, hanno accolto con piacere la nuova invenzione. 

“Posso usarla ovunque – riferisce la signora Graziella, ex fumatrice incallita -. Non essendoci combustione emette pochissimo fumo e non dà alcun fastidio. La sensazione poi è la stessa che mi dà una qualsiasi sigaretta”.

Ma se c’è chi ne è pienamente soddisfatto, c’è anche chi si pente della sua scelta: “Ormai fumo di continuo – dice Clara -. Nonostante prima di iniziare a usare questo dispositivo non fumassi molto, meno di un pacchetto al giorno, adesso passo tutto il tempo ad accendere e spegnere gli stick, che sono troppo piccoli e non mi danno la stessa sensazione che mi dava la sigaretta. In poche parole non ho risolto nulla”.

Ma allora, che questo prodotto per smettere di fumare possa risultare più dannoso della sigaretta stessa?

Riccardo Polosa, docente di Medicina Interna all’Università degli Studi di Catania, esperto internazionale di malattie fumo correlate e coordinatore del Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca sulle e-cig della Lega Italiana Anti Fumo, ha espresso la sua opinione.

È contrario o favorevole ai dispositivi di riscaldamento del tabacco?

“Sono favorevole a qualsiasi strumento o strategia in grado di aiutare i fumatori ad uscire dalla porta del tabagismo. Che sia il vapagismo o l’uso di prodotti a tabacco riscaldato poco importa. Ciò che importa è il profilo di sicurezza di questi prodotti. Nel caso specifico però non esistono ancora studi indipendenti che ne hanno dimostrato l’efficacia come strumento alternativo e meno dannoso per smettere di fumare”.

L’aroma emesso da questo dispositivo potrebbe essere cancerogeno o in qualche modo dannoso per la salute?

“Le sigarette convenzionali sono dannose per l’organismo in quanto ‘bruciando’ liberano con la combustione un cocktail di sostanze tossiche presenti nel fumo di tabacco. I prodotti a tabacco riscaldato non bruciano come le sigarette convenzionali e pertanto la quota di sostanze tossiche che viene assorbita dal consumatore è molto ridotta. I dati forniti dai produttori parlano di un 80-90% in meno ma non ci sono studi indipendenti che lo confermano”.

È da preferire alla sigaretta per combustione?

“Qualsiasi tecnologia, strumento o azione volta alla riduzione del danno e del rischio tabagico – purché scientificamente provata – deve essere presa in seria considerazione. Questo dispositivo riscalda il tabacco a una temperatura che non supera i 300 gradi centigradi (temperatura nettamente inferiore rispetto a quella legata alla combustione delle sigarette tradizionali, pari a 600-900 gradi centigradi) e pertanto non produce cenere. Sebbene sia corretto affermare che non essendoci combustione il prodotto a tabacco riscaldato offra un profilo di sicurezza nettamene superiore, è importante considerare che possono essere comunque rilasciate sostanze tossiche normalmente presenti nel tabacco lavorato”.

Meglio la ‘sigaretta a riscaldamento’ o la sigaretta elettronica?

“Dal punto di vista dell’impatto sulla salute dei due prodotti, se per le sigarette elettroniche è oramai acclarata la validità di questi strumenti nella lotta al tabagismo e nella riduzione dei danni causati dal fumo di sigaretta convenzionale con centinaia di studi scientifici indipendenti al loro attivo, per i prodotti a tabacco riscaldato non esistono ancora studi indipendenti. In una importante ricerca pubblicata sulla rivista scientifica European Addiction Research (a cui ho personalmente dato il mio contributo) è stato dimostrato che, considerato 100 il rischio relativo all’utilizzo di sigarette convenzionali, quello delle elettroniche si attesta a 4. E ancora, recenti studi condotti dal mio gruppo di ricerca all’Università di Catania hanno dimostrato che le e-cig possono essere utilizzate come terapia per far smettere di fumare anche pazienti affetti da asma, BPCO o da patologie cardiovascolari”.