Nello Musumeci chiama a raccolta i siciliani. Al via la campagna per le primarie del centrodestra “Solo 5 anni e cambio la nostra amata Terra”

Nello Musumeci chiama a raccolta i siciliani. Al via la campagna per le primarie del centrodestra “Solo 5 anni e cambio la nostra amata Terra”

CATANIA –Zichichi. Un grande scienziato, che ci ha parlato di fusione nucleare. Ma mi spiegate cosa c’entra coi musei chiusi? Eppoi il maestro Battiato. Ottimo artista, ma non aveva mai messo un piede in un’assemblea elettiva. Su mangiaru in assessorato…”.

Nello Musumeci è incontenibile. Ricorda i due assessori nominati da Rosario Crocetta nell’immediatezza della vittoria, poco dopo avere poggiato le terga sulla poltrona di Governatore della Sicilia. I due assessori-flop, apparsi nello stupore e svaniti nel fragore delle risate di scherno, nei sospiri della delusione: “Quando il burocrate impone la sua presenza è perche la politica è debole”, tuona da Caltagirone Musumeci, dalla città di Sturzo, dove è partita la sfida per le primarie del centrodestra. Crede nel progetto #DiventeràBellissima, crede nell’assalto alla Regione Siciliana, crede nella rinascita di un’isola che definisce “Amata, drammatica” e, alzando il tono della passionalità “BELLISSIMA”. Un successo di pubblico e condivisioni, scandito dagli applausi, dai passaggi del discorso sottolineati da commenti d’approvazione. Il presidente della Commissione Antimafia regionale ha deciso di scendere nuovamente in campo, di mettersi nuovamente in gioco per raggiungere quella poltrona “Che non voglio oltre i 5 anni del primo mandato. Non ho carriere da costruirmi. Io voglio governare la Sicilia per un atto d’amore. Un atto d’amore verso la mia Terra, che custodisce i miei morti, che custodisce i vivi. Se dovessi vincere, non mi incollerei alla poltrona. Starei soltanto 5 anni, quelli in cui dimostrerei che si può tirare la Sicilia fuori dal pantano”.

Prima deve riuscire ad ottenere i gradi di comandante vincendo le primarie. Un comandante che dovrà rappresentare non “Il centrodestra, ma una coalizione con all’interno il centrodestra. Una coalizione anti Crocetta e Pd che deve essere ampia. Non dobbiamo fare l’errore di chiuderci nel fortino del centrodestra, nei recinti ideologici. Dobbiamo andare oltre, dobbiamo parlare ai delusi del Pd. Quanto è bello vedere l’avversario che parla la stessa lingua e che fa fronte comune per un grande obiettivo finale che doni finalmente benessere, che garantisca quell’impegno, quella rinascita che il popolo siciliano onesto, la maggioranza, merita, di cui ha diritto”.

E qualcosa di epocale è già in atto. “Avrei potuto dire: siamo stati traditi 5 anni fa, adesso pretendo di essere il candidato, adesso pretendo di essere l’uomo da sostenere. Non sono così. Non è così che si agisce. Nessun risentimento. Nessuno deve dire che un candidato sia stato imposto. Mi inorgoglisce essere stato scelto per competere alle primarie, non lo nascondo. Ma, ripeto, la coalizione deve essere ampia. Anche perché è fantastico quel che già stiamo facendo. Stiamo dando una lezione. È la prima volta che in Italia il centrodestra ricorre alle primarie e lo fa dalla Sicilia. La Sicilia ancora una volta è laboratorio politico”.

Parla già da comandante, Musumeci: “Siamo un esercito in marcia. Dobbiamo riscoprire lo spirito della militanza e dell’attivismo. Ed un esercito in marcia i disertori li abbandona per strada. Non sarà un problema nostro. Io di ripensamenti ne ho subiti abbastanza”. “Adesso BASTA”, fa echeggiare.

Le idee sono chiare anche per i progetti: “Crocetta ha fallito, la Regione Sicilia è allo sbando. Dobbiamo riprendere in mano le redini in tutti i settori. Tutti. A partire da quello pubblico. Il pubblico dipendente deve cambiare testa. Chi investe nel lavoro deve essere messo nelle condizioni di lavorare, non di soffrire o fuggire. Il nostro programma è a disposizione nel dettaglio. Qui voglio ricordare che dobbiamo smetterla con la cultura del posto. Dobbiamo premiare non chi vuole un posto, ma chi vuole lavorare. Quindi massimo impegno per chi promuove occupazione, per le start up, per le imprese dei giovani, per chi vuole scommettersi, per chi vuole mantenere e fare crescere quel che ha. Penso anche all’agricoltura. È imperdonabile quel che ha fatto Crocetta, abbandonare il nostro settore primario. Gli agricoltori sono disprezzati, il Corpo Forestale è spento, reso inutile, le campagne lasciate in mano alle scorribande dei delinquenti. Io sono pronto a metterci la faccia, non temo di affrontare anche temi scottanti, scomodi, così come quello delle raffinerie: dobbiamo cominciare il processo di riconversione, non possiamo restare indifferenti ai registri che accumulano casi di tumore dove si trovano i siti petroliferi di Gela, Milazzo e Siracusa. Dobbiamo esportare meno petrolio raffinato e più cultura. Questa Terra deve fare impresa e ricchezza con la cultura. È un delitto che ancora non stia avvenendo”.

E scatena la guerra in favore di chi ha diritto ad una casa: “Crocetta, lo sai che ci sono famiglie aventi diritto, con figli, che sono lasciate fuori dagli abusivi protetti dal capoquartiere mafioso che si arroga il diritto di agire da proprietario? Dobbiamo chiudere tutti gli Istituti Autonomi della Case Popolari, inutili, che non difendono i legittimi aventi diritto e fare un unico, grande dipartimento della casa con all’interno i dipendenti validi, ma che non sono stati messi nelle condizioni di agire. Un dipartimento sotto lo stretto controllo della presidenza della Regione, che cacci via mafiosi e collusi dalla case e le riconsegni ai cittadini schiacciati dalla angherie”.

Eppoi il nodo immigrazione: “Si dice che gli immigrati sono un bene perché le nostre culle sono vuote. Ma noi dobbiamo chiederci perché le culle dei siciliani sono vuote. Lo sono perché non esiste una politica per l’occupazione, perché manca una politica per la famiglia, incentivi per la casa. Non chiuderemo le porte in faccia a chi fugge da guerre o disperazione, ma finiamola col giustificare con colpe di chi amministra l’ingresso scriteriato di gente che deve avere il dovere di rispettare la nostra religione, la nostra società e che non deve fare delle nostre città territori di caccia, saccheggio. Le culle sono vuote e spalanchiamo le porte della nostra Terra senza riguardo per chi la abita? E no, NO. Ripeto, la vera domanda è: perché le nostre culle sono vuote?”.

Altra stilettata sulle province: “A Palermo sono tutti pentiti. Crocetta è stato, politicamente, un folle abolendo le provincie. Che attualmente sono un’entità indecifrabile, che provoca scuole abbandonate al loro destino, strade dissestate, stipendi in ritardo. Un caos inaccettabile, che la dice lunga sulla differenza fra la politica parlata e quella praticata. Mi rivolgo così anche al popolo dei 5Stelle: non fate più l’errore di votare con rabbia. La rabbia si disperde su un binario morto. Lo dimostra quanto sta avvenendo in questi giorni. Cambiamo, eliminiamo i folli burocrati come Crocetta, gli imbonitori che fomentano per tornaconti personali, non per il bene della collettività, facendo leva sul malessere dei cittadini. Io sono convinto che con la compattezza e l’aiuto di Dio possiamo vincere. E se non sarò io ad avere la meglio nelle primarie, continuerò a combattere per liberare la Sicilia da Crocetta, per quel in cui credo e mi spendo ogni giorno. Perché, per me, la parola data è sacramento”.

Alessandro Sofia