“Sveglia Catania”. L’ex sindaco Stancanelli lancia l’allarme dopo la vicenda Girlando. “Ho sentito l’impeto di farlo. Bisogna reagire”.

“Sveglia Catania”. L’ex sindaco Stancanelli lancia l’allarme dopo la vicenda Girlando. “Ho sentito l’impeto di farlo. Bisogna reagire”.

CATANIA –  “Sveglia Catania”. Raffaele Stancanelli esce allo scoperto. Viene proiettato allo scoperto. Perché anche se adesso è l’avvocato Stancanelli, non ha dimenticato Catania. La sua Catania.

Di Raffaele Stancanelli resta una immagine. Un fatto di cronaca. La zona della Villa Santa Maria Goretti per l’ennesima volta allagata dopo un temporale. Stancanelli è il sindaco di Catania e da sindaco di Catania effettua un sopralluogo, senza nascondersi alla gente infuriata, alle telecamere. Di Raffaele Stancanelli resta, al di là dell’operato che non stiamo qui a giudicare, quel che abbiamo constatato in prima persona, l’educazione anche nei momenti più delicati, il rispetto per chi gli porgeva anche le domande più scomode, il non tirarsi indietro quando c’era da metterci la faccia o gli era chiesto di dire la sua.

È un fatto di cronaca. Che è quel che è: un fatto. Che racconta qualcosa che adesso sa di fantascienza. Enzo Bianco, così come abbiamo più volte documentato, è il sindaco che non c’è, il sindaco che non governa, il sindaco distante dai cittadini, dalla città, il sindaco muto, il sindaco oscuro, il sindaco che se chiedi qualcosa che non devi chiedere ti volta le spalle e se ne va. Il sindaco vendicativo, il sindaco che querela chi scrive quel che non vuole leggere. Nulla sotto il sole, le porte del Comune serrate, i corridoi vuoti. Sono fatti. Confermati anche dalle inchieste della Procura di Catania, che stanno raccontando, attraverso la vicenda Girlando, il clima da basso impero che si respira all’interno di Palazz(acci)o degli Elefanti. Inchieste preannunciate nell’intervista che ci ha rilasciato di recente il Procuratore Capo di Catania Carmelo Zuccaro, nella quale ha garantito l’impegno per combattere le energie negative che minano l’amministrazione pubblica, il tessuto politico e imprenditoriale che stanno mettendo a rischio il destino di intere generazioni.

“Sì, sveglia Catania. Catania deve svegliarsi chiunque abbia a cuore le sorti della città deve fare sentire la sua voce”. Stancanelli esce allo scoperto attraverso il suo profilo Facebook, con un post eleoquente, duro, diretto, al quale non vorrebbe aggiungere altro.

“Ho scelto di esprimermi attraverso Facebook perché lo considero uno strumento imparziale e allo stesso tempo di massima divulgazione – ci spiega Stancanelli – il mio non è un intervento strumentale a chissà quale scopo. Ho più volte dichiarato che non sono un uomo per tutte le stagioni. Io ho messo l’anima in quel che ho fatto per Catania da sindaco, ma non voglio parlare di cose che spetta soltanto ai cittadini ed a chi ha lavorato con me giudicare. Adesso ho soltanto sentito l’impeto di dovere dire qualcosa, di non dovere restare in silenzio, perché è davvero inaccettabile e preoccupante quanto sta accadendo”.

Stancanelli si riferisce al contenuto delle intercettazioni delle telefonate fra l’ex assessore comunale al Bilacio Giuseppe Girlando, accusato di tentata concussione ai danni di un imprenditore, e Antonella Liotta, attuale segretario generale del Comune di Catania, che rivelano la volontà di allontanare i dipendenti che non si allineavano con loro. Già, clima da basso impero, da complotti e vendette, da pugnali avvelenati e congiure, da ombre che si allungano alle spalle e non sai cosa accadrà quando volterai l’angolo, perché non importa se sei onesto, se onori il ruolo e lo stipendo pagato dai contribuenti che ricevi ogni fine del mese. Importa soltanto se fai parte della corte o no, se vuoi fare parte della corte o no, se vuoi accettare quel che fa la corte o no. Firma e muto, se no ti scaravento dalla finestra.

Ecco da cosa è stato stimolato Stancanelli. Eccolo il suo post.

Post Stancanelli

“Ne ho fatto un motivo di stile e di serietà, in questi anni, non intervenire su fatti e atti amministrativi riguardanti la nostra Città proprio per il ruolo che ho ricoperto e per lo sgradevole ricordo di un personaggio che ogni giorno mi faceva il controcanto! Non penso però di contravvenire allo stile ed alla serietà se esprimo una profonda preoccupazione per una Catania dove si evidenzia una pervicace volontà di zittire, spegnere, delegittimare, minacciare le poche voci libere che osano pensare con la propria testa e si oppongono agli abusi ed all’arroganza di chi ha responsabilità politiche ed amministrative! 

Non è solo questione di partiti o schieramenti politici o di contrapposizioni politiche, è indispensabile una grande mobilitazione, che, al di là delle appartenenze, dia voce e forza alle coscienze libere che non si rassegnano all’arroganza ed all’arbitrio! Sveglia Catania!!!”.

Gli chiediamo di guardare al futuro. “Penso di avere detto abbastanza – conclude con tono deciso e accorato allo stesso tempo – perché non voglio che sembri un intervento politico. Non lo è. Parlo da cittadino che ha a cuore le sorti della sua città. So soltanto che se certe cose fossero accadute mentre ero io il responsabile dell’amministrazione pubblica sarebbe successo di tutto, mentre adesso noto una accettazione supina di fatti gravissimi. Ecco perché mi auguro che Catania si svegli. E lo faccia subito, perché se no è davvero perduta”.

Alessandro Sofia