Vogliono donare il sangue ma vengono mandati a casa, indignazione a Gela

Vogliono donare il sangue ma vengono mandati a casa, indignazione a Gela

GELA – La Fidas – ADAS di Gela prende  con forza le distanze su quanto accaduto ieri nel centro trasfusionale dell’ospedale Vittorio Emanuele. 

Alcuni donatori che volevano donare il sangue all’ospedale, infatti, sono stati mandati a casa senza poter portare a compimento il loro gesto d’amore.

La Fidas – ADAS si è dichiarata assolutamente indignata per un fatto di una gravità inaudita, che colpisce in primis l’ammalato e quindi tutta la comunità gelese. È inammissibile che la “malattia” dei medici possa interrompere la fruibilità di un servizio essenziale per il corretto funzionamento di un presidio ospedaliero.

L’associazione ha subito convocato una riunione straordinaria e ha sottolineato che la soluzione del problema deve necessariamente essere priorità dei vertici dell’ASP. È necessario dirottare tutte le risorse umane possibili verso il centro trasfusionale per garantire il pieno svolgimento dell’attività di promozione della donazione del sangue, svolta con amore dai volontari della Fidas – ADAS, nell’interesse della collettività.

Nell’infuocata discussione che si è tenuta nella sede dell’associazione, il direttore, dopo l’ennesima mancanza di rispetto nei confronti dei donatori e della stessa Fidas – ADAS, ha preso in seria considerazione la possibilità di consegnare le chiavi dell’unità di raccolta di via degli Appennini n. 5 nelle mani dei responsabili dell’ASP di Caltanissetta e quindi interrompere una quarantennale attività di volontariato spesa per il territorio della città di Gela.