“Il Comune aggiorni la lista dei beni confiscati alla mafia”, la sfida degli studenti catanesi

“Il Comune aggiorni la lista dei beni confiscati alla mafia”, la sfida degli studenti catanesi

CATANIA – La lista dei beni confiscati alla mafia andrebbe aggiornata, per legge, ogni 6 mesi… ma l’ultimo aggiornamento operato dal Comune di Catania risale al 3 giugno 2015 (vedi foto).

Questa la motivazione che ha spinto diversi studenti catanesi ad inviare una lettera, firmata dai rappresentanti d’istituto di diverse scuole catanesi, rivolta proprio al Comune, ve la riportiamo.

Al Sindaco della Città Metropolitana di Catania, alla Direzione Patrimonio, ufficio beni confiscati. Per presa visione all’assessore Trasparenza e Legalità del Comune di Catania, all’Amministrazione comunale, al Consiglio comunale, agli Organi di stampa.

Con la presente, gli studenti desiderano portare alla vostra attenzione questa problematica. In accordo con l’art. 48 del Decreto Legislativo 6 settembre 2011, Legge n.109/96, nel 2014 avete pubblicato un regolamento che gestisce i Beni confiscati alla criminalità organizzata e avete istituito un organo che gestisce le concessioni dei beni stessi.

Prendendo sottogamba il tema, avete pubblicato una lista di beni con un numero (31) irrisorio in confronto a quello reale (dati dell’ANBSC, Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, ndr.) attestano che il numero di beni in gestione totale presenti in Sicilia ammonti a più di 3000: com’è possibile che in tutta Catania siano soltanto 31?

Avete deciso di non rispettare il regolamento da voi approvato, non aggiornando ogni 6 mesi la suddetta lista (unico e ultimo aggiornamento a giugno 2015).

Avete dimostrato noncuranza nei confronti di cittadini e associazioni che non hanno potuto utilizzare i fondi destinati alla ristrutturazione di questi beni poiché non avete presentato i progetti agli organi competenti.

Per questo motivo, sperando di suscitare un interesse maggiore verso la tematica, chiediamo chiarezza e trasparenza.

Chiediamo che venga aggiornata la lista con il reale numero di beni presenti sul suolo catanese e che venga rispettato il regolamento.

Contestualmente chiediamo che uno di questi beni, data l’assenza di spazi dove gli studenti possano legittimamente riunirsi senza andare incontro a strutture fatiscenti o inadeguate, venga utilizzato come polo studentesco che ci permetta di organizzare assemblee d’istituto, convegni, dibattiti, iniziative sociali e culturali.

Certi che in relazione all’oggetto voi e l’amministrazione prendiate i dovuti provvedimenti, vi ringraziamo anticipatamente.

Gli studenti dei Licei catanesi: Enrico Boggio Lera, Nicola Spedalieri, Galileo Galilei, Lombardo Radice, G. De felice”.

Abbiamo voluto sentire uno dei rappresentanti d’istituto del Boggio Lera, nonché promotore di questa iniziativa, Jacopo Di Stefano. La prima domanda, com’è nato tutto?

Tutto nasce da una nostra esigenza. Non abbiamo, come molte altre scuole, un luogo abbastanza grande in cui poter fare assemblee d’istituto, e quindi abbiamo iniziato a pensare proprio a qualche bene confiscato alla mafia. Così abbiamo iniziato ad interessarci, indagando via via sempre più in fondo, fino a scoprire tutto ciò che abbiamo riportato nella lettera“.

E adesso, cosa vi aspettate?

Speriamo bene, speriamo anche che con l’occupazione, che va avanti da una settimana ormai, si riuscirà a dare maggiore rilevanza a quest’episodio che infatti, insieme ai problemi legati all’edilizia scolastica e all’alternanza scuola-lavoro, è uno dei motivi per cui siamo entrati in occupazione. Inoltre – continua – il deputato PD Giuseppe Beretta, ci ha detto che avrebbe riportato al consiglio comunale la nostra richiesta“.

In tutto questo, le associazioni antimafia?

Libera ci ha dato una grandissima mano di aiuto, ma a quanto so anche tante altre associazioni si mobilitano da tempo. Aggiornare la lista, in conformità con la legge, e delegare uno di questi beni agli studenti, perché in fondo tutti hanno diritto di avere un luogo sicuro in cui potersi confrontare, se questo luogo è un bene sequestrato alla mafia poi, chapeau”.

Ci riusciranno? Vi terremo aggiornati.