Ad Acireale i Pooh, un’emozione lunga cinquant’anni

Ad Acireale i Pooh, un’emozione lunga cinquant’anni

ACIREALE – Raccontare la vita in musica con le sue molteplici sfaccettature. Questo il segreto del successo dei Pooh che hanno infiammato il palasport di Acireale con l’emozionante concerto d’addio alle scene “Pooh 50-Reunion l’ultima notte insieme”.

Uomini e donne di tutte le età ma anche bambini ed adolescenti provenienti non solo da ogni parte della Sicilia ma anche fan che hanno seguito per intero quest’ultima tournee uniti nel nome della musica di Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian, Stefano D’Orazio e Riccardo Fogli rientrato dopo quarantatré anni nel gruppo.

Traffico in tilt, parcheggi impossibili e gente in attesa davanti ai cancelli del palasport già dalle 17.00 per abbracciare e salutare chi è stato tra gioie e lacrime una presenza costante delle proprie giornate.

50 brani in tre ore di musica e d’amore in cui palco e platea sono diventati una cosa sola. Un vero dialogo di sentimenti arricchito da straordinari effetti speciali, giochi pirotecnici, laser, scenografie all’avanguardia con grandi schermi centrali utilizzati per proiettare l’inedito video della versione a cinque di Pierre e i momenti più importanti della storia della band più longeva d’Europa.

Pooh, un’emozione lunga cinquant’anni

L’emozione negli occhi dei Pooh è vera, visibile come le lacrime di Roby Facchinetti durante il toccante ricordo di Valerio Negrini, fondatore del gruppo, o la commovente esibizione di “Ci penserò domani” con Dodi Battaglia al pianoforte.

Dopo il primo blocco di canzoni con l’entrata di Riccardo Fogli sulle note di “Banda nel vento” l’intero palazzetto dello sport si tinge di rosso grazie all’idea lanciata su facebook dal gruppo “Il gran popolo dei Pooh” di salutare i cinque artisti sventolando in alto dei palloncini rossi a forma di cuore come simbolo d’amore di chi li ha sempre seguiti ed amati.

La grinta sfoderata sul palco da quei ragazzi, oggi uomini, che dal lontano 28 gennaio 1966 hanno dato vita ai propri sogni non lascia intravedere nessun cedimento o stanchezza ma scrive un finale degno di una storia ricca di successi e traguardi.

Gli zompettamenti e i sorrisi di Red Canzian sul palco, gli acuti di Roby Facchinetti, gli assoli di chitarra di Dodi Bataglia, la batteria roteante di Stefano D’Orazio e l’umiltà di Riccardo Fogli rientrato con infinita gioia dal suo addio nel 1972 non saranno facili da dimenticare anche per chi in realtà non è stato un grande appassionato della musica dei Pooh.

Dalle note di “Pronto Buongiorno è la sveglia”, ovvero poco più di mezz’ora dalla fine del concerto tutta la platea lascia finalmente i propri posti, con bene placido della sicurezza che ha cercato a malapena di calmare i fan più scatenati, si getta sotto il palco per cantare e sentire più vicini i propri artisti.

Un grande boato riempie il palasport per il medley finale dedicato a “Noi due nel mondo nell’anima”, “Tanta Voglia di Lei”, “Pensiero” e “Chi fermerà la musica”.

Una pioggia di coriandoli argentati riempie l’intero palazzetto e tutti e cinque dopo aver salutato il caloroso pubblico siciliano danno appuntamento al gran finale del 30 dicembre a Bologna, che per la prima volta nella storia della musica sarà trasmesso in diretta via satellite in duecento cinema d’Italia.

Uno spettacolo coinvolgente, vero e perfetto in ogni suo aspetto che non sembra un addio alle scene ma un appuntamento al nuovo successo.

Non è stato un semplice concerto ma un racconto di vita, che tra le lacrime di molti nonostante lo stop all’attività dei Pooh non cesserà di esistere ma continuerà ad essere immortale perché nessuno potrà mai fermare la musica.

Elisa Guccione