“Ni mittissi quacche acquascivolo ‘nde strati”: ironia e accuse sul web contro Bianco

“Ni mittissi quacche acquascivolo ‘nde strati”: ironia e accuse sul web contro Bianco

CATANIA – “Col gommone in tangenziale andiamo a comandare!”. Così potrebbe essere modificato uno dei tormentoni dell’estate di Fabio Rovazzi. 

In appena due giorni di pioggia, a Catania e provincia, ma non solo, sembra di essere finiti in un fiume in piena e in mezzo a un lago. Certo, non si può negare che queste ultime 48 ore siano state piogge a cui non siamo normalmente abituati: gergalmente, potremmo definirle delle “bombe” d’acqua. C’è anche da dire, però, che la lezione dell’anno scorso forse non è servita. La Sicilia si è fatta trovare nuovamente impreparata. Macchine ingoiate dall’asfalto che cede e autostrade inagibili con code chilometriche.

Nessun canale di gronda efficiente, tombini esplosi e nessun impianto capace di far defluire l’acqua. Poi, inoltre, alcune decisioni sembrano essere state discutibili. Ma, nel 2016, non si scappa e il web con i suoi social network non ha perdonato nessuno.

Ed ecco, dunque, che l’ironia, e non solo, dei cittadini catanesi si è scatenata contro il sindaco Enzo Bianco e l’amministrazione da lui retta: “Sindaco Bianco sistemi le strade… la circonvallazione sembra bombardata… e dove c’era una volta il ponte Gioeni l’acqua scorre a fiumi. Mi sembrano le cascate del Niagara”.

Ma non finisce qua. C’è chi si esalta ancor di più: “Comincia ad attrezzare la città di vaporetti stile veneziano… come dovevo accompagnare le mie figlie a scuola? In barca? Si crede sindaco di una città perfetta, ma si affacci dal suo balconcino e guardi come è ridotta”.

E l’escalation continua, soprattutto tenendo conto dell’inaugurazione dell’albero di Natale: “Peccato che l’albero è stato trascinato ieri sera dalla forte pioggia. Tanto come ha detto lei si trattava solo di codice arancione. Quindi tutto a posto!”. Oppure: “Ma galleggia l’albero?”.

Ironia Bianco Maltempo

In alcuni casi non mancano le note di colore, anche perché, si sa, a volte usare il dialetto ha un altro effetto: “Stuppate i tombini!” (Liberate i tombini). 

Poi, alcuni, danno libero sfogo a fantasia, arte e ironia in una volta sola: “Sta virennu? I cristiani nun nesciunu chiu con l’ombrello, ma direttamente co savvaggienti… capisciu ca semu a mari cu tutti i robbi, ma nuatri u bagnu nu vulemu fari e casi… se non voli abbissari i tumbini, almeno ni mittissi quacche acquascivolo. Grazie” (Sta vedendo? Le persone non escono più con l’ombrello, ma con il salvagente. Capisco che siamo a mare con i vestiti, ma il bagno lo vogliamo fare a casa. Se non vuole sistemare i tombini, almeno metta qualche acquascivolo).

Ironia Bianco Maltempo

La storia, dunque, si è ripetuta e, forse, ancora una volta, non si è appreso che “prevenire è meglio che curare”.