Il Marsala: dolce e originale abbinamento siciliano

Il Marsala: dolce e originale abbinamento siciliano

MARSALA – Ecco un vino stupendo, spesso “maltrattato”, a volte incompreso, che fa onore alla terra che lo produce e alla Sicilia tutta. Senza timori riverenziali rispetto agli altri vini speciali, come per esempio il Porto, il Madera e lo Sherry, si esprime a volte con intensità e potenza, a volte con soavità e finezza.

Il “mondo Marsala” è ultimamente animato da un’insolita quanto gradita sorpresa, e proprio perché tra pochi mesi ci avviciniamo alla più grande kermesse enologica del mondo, ovvero il Vinitaly, è in questi giorni oggetto di discussione.

Dopo anni di oblìo, ben vengano le tribune di confronto tra chi lo sostiene e lo denigra, purché però non si forniscano informazioni decisamente errate, magari mossi da un sincero impeto dialettico che spesso fa perdere di vista il confine tra la legittima rimostranza e la corbelleria creativa. La storia della viticoltura in Sicilia comincia in epoca antichissima, data la costante visitazione dell’isola da parte dei Fenici, dei Greci e dei Romani. La storia moderna del vino Marsala comincia un po’ più recentemente, ed è dovuta all’intuizione e all’ingegno di tre uomini, due dei quali di nazionalità inglese, vale a dire John Woodhouse e Benjamin Ingham, seguiti a ruota dal calabrese Vincenzo Florio.

Tutto cominciò nel 1773, il giorno in cui una tempesta costrinse la nave sulla quale viaggiava il commerciante inglese John Woodhouse, l’Elisabeth, a trovare rifugio nel porto di Marsala. Conoscere il vino Marsala può sembrare cosa facile: un vino liquoroso a denominazione di origine controllata, anzi il primo Doc italiano per anzianità ed inoltre, diverse e varie sono le versioni: il Marsala Fine, invecchiamento minimo di un anno; il Marsala Superiore, invecchiamento minimo di almeno due anni in recipienti di legno; il Marsala Superiore Riserva, minimo quattro anni di invecchiamento in fusti di legno; il Marsala Vergine o Soleras, minimo cinque anni e il Marsala Vergine o Soleras Stravecchio o Riserva, invecchiato oltre i dieci anni.

Il Marsala è un vino complesso, una gamma quasi completa di vini che possono soddisfare tutte le aspettative dei consumatori esigenti. Negli USA lo considerano, tra l’altro, un ottimo aperitivo, in Francia, invece, un digestivo e nel Regno Unito un elisir. Si può gustare nella tarda mattinata, come aperitivo, mentre al pomeriggio lo si centellina accompagnato da un biscotto o, come sono soliti fare alcuni gourmet, lo si può apprezzare consumandolo assieme ad un ameno sigaro da meditazione, godendosi gaudenti momenti in compagnia di amici.

Essendo il Marsala annoverato tra i vini fortificati (o liquorosi), questi vengono spesso considerati come prodotti da essere bevuti da soli, tuttavia offrono delle interessanti e insospettabili qualità anche nell’abbinamento con il cibo.

La degustazione dei vini fortificati, o vini liquorosi, a seconda di come si preferisce chiamarli, rimane comunque uno degli esercizi più complessi, ma anche interessanti, della valutazione sensoriale e organolettica nel corso di decine di anni di maturazione. Anche oggi i vini fortificati sono in genere consumati da soli, spesso offerti come aperitivi, e soprattutto a fine pasto serviti in luogo dei distillati.

Questi vini sono anche considerati come vini da meditazione, cioè vini da sorseggiare lentamente contemplando la finezza e qualità del prodotto durante momenti tranquilli e sereni. Forse il loro grado alcolico, in genere fra i 14° e i 20°, li fa probabilmente escludere dall’abbinamento con il cibo perché sono vini che vanno consumati, giustamente, in piccole quantità.

L’alta gradazione alcolica non consente il tipo di rapporto che si potrebbe avere con un altro vino “normale”: il calice in cui sono generalmente serviti sono piccoli e invitano ad un consumo ridotto e oculato. Va però osservato che in questi vini l’intensità degli aromi e dei sapori è molto forte e la loro persistenza gusto-olfattiva è piacevolmente lunga, pertanto una quantità minore è sufficiente per poterli apprezzare, soprattutto con certi cibi che hanno caratteristiche organolettiche tali da coprire quelle di molti vini “normali”. Provate a degustare per esempio un bel trancio di Gorgonzola piccante insieme ad un bicchierino di Marsala Vergine: sono due ottimi compagni della tavola! Un vero tripudio di sapori e piacevoli sensazioni.

L’invito più sincero e costruttivo a chiunque voglia capire cosa sia realmente il Marsala ed il suo affascinante universo, è quello di visitare le cantine ove questo prezioso nettare dai colori caldissimi viene ancor oggi prodotto ed affinato. Allora ci si renderà conto della sua grandezza e della sua essenza più pura ed ancora vitale.

Maria Morelli