7,5 milioni sequestrati al gruppo Di Gioia: provvedimento “congelato”

7,5 milioni sequestrati al gruppo Di Gioia: provvedimento “congelato”

CANICATTÌ – Annullata con rinvio l’ordinanza della Corte di Appello di Palermo che aveva disposto, nell‘aprile del 2015, il sequestro e la confisca dei beni e delle quote del capitale sociale dell’azienda Gioia Metallurgica s.r.l.. A deciderlo i giudici della Corte di Cassazione.

Il ricorso dell’imprenditore Calogero di Gioia è stato giudicato inammissibile dai giudici della Corte di Cassazione, che hanno deciso di effettuare analisi più approfondite.

In tal modo, il provvedimento di sequestro resta “congelato“.

Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Agrigento aveva confiscato beni per 7.500.000 euro. 

Come emerso dall’inchiesta “Camaleonte” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo l’imprenditore sarebbe legato a Cosa Nostra, in particolare Di Gioia è ritenuto essere in collegamento con il boss Giuseppe Falsone.

L’imprenditore di Canicattì partecipava a riunioni e incontri tra esponenti mafiosi della provincia di Agrigento e Palermo e ne era il referente nella gestione di attività economiche