“Ma quannu s’ha fari stu matrimoniu?!” l’allegra e ben riuscita parodia dei Promessi sposi

“Ma quannu s’ha fari stu matrimoniu?!” l’allegra e ben riuscita parodia dei Promessi sposi

CATANIA – “I Promessi Sposi” l’immortale capolavoro di Alessandro Manzoni, croce e delizia di molti studenti, è diventato, grazie al genio artistico di Santi Consoli, autore anche della regia, “Ma quannu s’ha fari stu matrimoniu?!” irriverente e ben riuscita parodia musicale in due atti della contrastata storia d’amore di Renzo e Lucia.

Spettacolo ben riuscito dalla regia impeccabile che inaugura al Teatro Don Bosco la nuova stagione della Compagnia Liotru, associata Fita Federazione Teatro Amatori, facendo rivivere l’atmosfera e il sapore degli anni d’oro del varietà e dell’avanspettacolo tra canzoni come “Montagne Verdi” diventate “Lasagne verdi” o i “Vatussi” trasformati in “I Monatti” e abili movimenti scenici come il ballo sexy della monaca di Monza con giarrettiera rossa, calze a rete e tacchi a spillo in un clima ricco di allegria e di fragorosi applausi.   

Esilaranti le interpretazioni dell’imbranato Renzino, Giovanni Bonaventura, che con il suo “SSalve” pronunciato anche nei momenti più sbagliati e gli ammiccamenti della civettuola ed imbruttita Lucietta, Deborah Sorbello, con il catanese ispanico Don Rodrigo, Aldo Seminara, riescono a conquistare dall’inizio alla fine il numeroso pubblico. Perfetti l’incastro dei brani e la rivisitazione in chiave ironica, a volte grottesca, della storia come nel momento in cui la giovane protagonista su consiglio di Agnese, Rosalba Ruggieri, e Fra Cristoforino, Domenico Zappalà, sposa il tontolone Renzo per evitare di rimanere zitella.

Passerella finale sulle note di “Ma ‘ndo vai se la banana non ce l’hai” in cui tutti gli attori invitano il pubblico ad andare a teatro per vivere insieme l’emozione del palcoscenico. Due ore di allegria e spensieratezza per una messa in scena dal gusto nazional popolare nell’accezione più alta del termine che stimola la voglia di aspettare il prossimo turno di programmazione per rivedere di nuovo questa messa in scena apparentemente semplice ma curata in ogni dettaglio.

Elisa Guccione