La condanna di Veronica. Bugie, lacrime e il padre che la difende

La condanna di Veronica. Bugie, lacrime e il padre che la difende

RAGUSA  –Veronica come sempre ha detto la verità, ma come sempre non le credono. Ma noi non ci arrendiamo. Io ho una grande voglia di combattere e non lascerò mai da sola mia figlia fino a che avrò vita“.

Queste le dichiarazioni di Francesco Panarello, nonno di Loris e padre di Veronica, in merito alla decisione del gup di condannare a 30 anni la donna, che adesso rischia anche la condanna per calunnia nei confronti del suocero. 

Ricostruiamo quindi cos’è successo nell’arco di questi ormai due anni.

Tutto iniziò il 29 novembre del 2014 quando la donna denunciò la scomparsa di Loris. Il cadavere fu ritrovato in un canalone a Santa Croce Camerina da Orazio Fidone.

Il primo dicembre l’autopsia rivelò le cause del decesso: strangolamento, forse con fascette elettriche. Sin da subito iniziano a nascere le prime incongruenze nei discorsi della madre, che alla fine, nonostante sostenga di averlo solo accompagnato a scuola, viene arrestata.

Data fondamentale è il 10 novembre 2015: è il primo cambio di versione di Veronica. Ammette di non averlo mai portato a scuola, ma non ricorda cosa sia accaduto. 

Neanche una settimana e la versione muta nuovamente: il piccolo Loris sarebbe morto mentre giocava con le fascette elettriche in casa, ma la madre ammette di averne occultato il cadavere.

Un anno dopo, l’11 febbraio 2016, c’è la svolta fondamentale del caso: la donna accusa ufficialmente il suocero Andrea Stival. L’avrebbe ucciso lui, perché il piccolo sapeva di un’ipotetica relazione fra nonno paterno e madre. Veronica dice quindi di aver immobilizzato il figlio con delle fasce mentre l’amante, nonché suocero, lo strangolava.

Il 7 giugno invece la perizia psichiatrica parlerà di una “personalità non armonica” ma di una donna che comunque era in grado di intendere e di volere

Ed eccoci arrivati a ieri, quando il Gup di Ragusa, Andrea Reale, accoglie la richieste della Procura di Ragusa e condanna Veronica Panariello a 30 anni di reclusione.

Oggi però l’avvocato della donna, Francesco Villardita ha annunciato che verrà presentato ricorso; la storia dunque è destinata a proseguire.