Catania: fallita la SIMEI, l’azienda che forniva luce alla città

Catania: fallita la SIMEI, l’azienda che forniva luce alla città

CATANIA – In un periodo di generale crisi economica in cui le aziende chiudono per la mancanza di lavoro, il caso della SIMEI S.p.A. è l’eccezione che conferma la regola.

Il Tribunale di Catania ha dichiarato fallita la storica azienda catanese di installazione e manutenzione di impianti elettrici industriali e civili lo scorso 14 Luglio. Eppure la società fino al giorno prima della sentenza aveva continuato ad assumere personale e vantava nuove commesse. Nei suoi anni di massima espansione l’azienda contava oltre 400 dipendenti e committenti di grande rilievo: Guardia di Finanza, Carabinieri e Ministero degli Interni. Oggi all’attivo rimangono 55 lavoratori il cui futuro è più che mai incerto.

A pesare è stato il debito di circa 12 milioni di euro maturato negli anni dal Comune di Catania nei confronti dell’azienda che forniva luce a tutta la città. Non certo l’unico, ma sicuramente il più ingente e importante.

Il Comune risulta essere debitore nei confronti di un’associazione temporanea di imprese (ATI) formata da Enel Sole e SIMEI che aveva ottenuto anni fa l’appalto per l’illuminazione pubblica del capoluogo etneo. Nel 2005 il Comune smette di pagare la società e dal 2012, con l’amministrazione dell’allora sindaco Stancanelli, avvia un nuovo appalto con Gemmo S.p.A. della durata di nove anni, senza saldare i debiti accumulati con la SIMEI.

Nel 2013, grazie a una transazione, il debito si riduce a poco meno di 5 milioni di euro: la società per contratto ha l’onere di pagare le bollette Enel per conto del Comune, dichiaratosi incapace di far fronte ai pagamenti. Anche la SIMEI potrebbe dichiarare l’insolvenza, ma continua a pagare per non lasciare la città nel buio più totale.

Subentra la nuova giunta del sindaco Enzo Bianco ma la situazione non cambia: il Comune non paga, pur conscio del rischio di andare incontro a un decreto ingiuntivo che potrebbe rifarsi all’intera cifra originaria. Una delibera avviata dalla Giunta Stancanelli, però, è ancora in vigore: l’ATI composta da Enel Sole e SIMEI accordava al Comune uno stralcio del 40% del debito e un pagamento rateizzato della somma.

Le rate che il Comune di Catania avrebbe dovuto versare nelle casse della società sarebbero servite a farla rientrare nel suo debito, scongiurandone il fallimento. Tra le conseguenze della sentenza del Tribunale di Catania, cui la società farà ricorso, spicca il decadimento delle cause intentate dalla SIMEI nei confronti del Comune.

Sull’accesa polemica tra l’azienda catanese e la Giunta Bianco starebbe indagando la Procura in seguito alla denuncia da parte del consigliere dell’opposizione Manlio Messina (Fratelli d’Italia) di un tentativo di ricatto da parte di un assessore comunale. Il consigliere, che da sempre segue in prima persona la vicenda della SIMEI, durante la seduta del consiglio comunale del 18 luglio ha dichiarato di essere in possesso di una registrazione nella quale un membro della Giunta Bianco lo inviterebbe ad abbassare i toni della polemica: pena la mancata firma della transazione che avrebbe potuto salvare l’azienda.