Panchina Catania: Gautieri favorito, ma occhio allo Special One e allo scopritore di talenti

Panchina Catania: Gautieri favorito, ma occhio allo Special One e allo scopritore di talenti

CATANIA – Un cantiere aperto il Catania Calcio, per cui si attendono le novità da parte della dirigenza, rinnovata da poco e che ha riabbracciato l’uomo che lo ha portato ad alti livelli, l’amministratore delegato Pietro Lo Monaco.

Tante voci, ma ancora nulla di certo, di ufficiale. Non resta che aspettare. Ma, prima di poter pensare ai giocatori, a chi rimarrà, chi andrà via e chi arriverà, non si può che pensare a chi guiderà la squadra. Anche da questo, infatti, potrebbero dipendere molte scelte di mercato. Con l’ufficialità del rinnovo di De Zerbi con il Foggia, sono tre gli allenatori in lizza, dove in vantaggio ci sarebbe Carmine Gautieri. Attenzione, però, alle sorprese.

Tra i nomi più interessanti per la panchina c’è quello di Gaetano Auteri, 55 anni e siciliano doc, nato a Floridia, in provincia di Siracusa. Il suo è un gioco aggressivo e dispendioso. Un 3-4-3 fatto di grinta e corsa, quello che ci vuole in Lega Pro. Se non altro, qualcuno ha azzardato a definirlo lo Special One di questa categoria. Nel suo palmares, infatti, si annoverano le promozioni in serie B con la Nocerina e il Benevento, quella in C1 con il Gallipoli e quella in C2 con l’Igea Virtus. Quella con il Benevento, quest’anno, è stata una delle stagioni più esaltanti: oltre allo storico salto di categoria, infatti, la compagine campana sotto la sua guida è stata la miglior difesa del torneo (21 reti subite), uno dei migliori attacchi (51 gol all’attivo, dopo quello del Foggia di De Zerbi) e ha ottenuto il miglior rendimento sia in casa che in trasferta. Un uomo d’esperienza, che sa cosa vuol dire scalare e affrontare un’ardua categoria come la Lega Pro: praticamente ciò che servirebbe al Catania, tenacia e concretezza.

Altro nome curioso, quasi da “outsider”, di quelli che non ci si aspetta insomma, è Nenad Bjelica, 44 anni e originario di Osijek, in Croazia. Anche lui adora il calcio offensivo: Bjelica, infatti, predilige il 4-2-3-1, votato al possesso palla e allo spettacolo dalla metà campo in su.

Anche lui sa bene cosa vuol dire faticare per ottenere la promozione. I suoi anni migliori sono quelli al Wolfsberg (Austria), dove in due anni vola dalla seria C alla Bundesliga austriaca. Un calcio diverso, sicuramente. Ma Bjelica conosce anche un po’ di Italia. Dal 2014, infatti, è stato alla guida dello Spezia in serie B, togliendosi qualche soddisfazione arrivando in zona playoff, eliminato ai preliminari dall’Avellino. Nell’ultima stagione, però, qualcosa non è andata per il verso giusto, costandogli l’esonero. Nello spogliatoio è uno che si fa seguire senza usare le maniere forti. Alcuni suoi ex giocatori lo hanno definito come un “padre”. Un profilo intrigante sia per il portafogli (svincolato), sia per la sua capacità di scoprire calciatori interessanti come Šitum, Brezovec e Chichizola, oggi cercati in Italia e all’estero. Tra l’altro, il Catania è solito alla scoperta di allenatori di caratura estera, come Sinisa Mihajlovic o Diego Simeone: il primo brilla in Italia, il secondo in Europa. 

Poi c’è l’ipotesi più probabile, che porta il nome di Carmine Gautieri, tecnico napoletano 45 enne. Partiamo da lui perché è da tempo che il suo nome viene accostato tante, troppe volte alla panchina rossazzurra.

Liberatosi dalle avance della Ternana e giunto alla salvezza con il Latina, il tecnico napoletano ha già declinato l’offerta della Salernitana, ma c’è un incontro con il Benevento che Gautieri ha accettato. Il modulo di gioco è il 4-3-3, classico del Catania, e nelle sue geometrie si sente fortemente l’influenza di Zeman, suo maestro: calcio offensivo, verticalizzazioni e palla bassa, dritta verso la porta.

I calciatori che ha allenato lo hanno definito come un uomo meticoloso, attento al dettaglio e che lavora molto sulla mentalità della squadra. Gestisce bene i momenti positivi ed evita i cali di concentrazione, Gautieri è un allenatore che accetta ogni tipo di risultato, purché veda massimo impegno e forza di volontà da parte dei suoi giocatori.

Nelle ultime due stagioni ha allenato il Livorno e ha preso le redini del Latina nelle battute finali del campionato di B appena concluso: con i labronici non raggiunse i playoff soltanto per una sfavorevole differenza reti in confronto a quella dell’Avellino (entrambe le squadre finirono infatti a 42 punti), mentre questa stagione ha risollevato i pontini portandoli alla salvezza diretta, senza la disputa dei playout. Il suo lavoro migliore lo svolse a Lanciano, dove prima ottenne una promozione in serie B e l’anno successivo la salvezza. Dopo l’esperienza in Abruzzo volò a Bari ma non finì nemmeno il ritiro estivo a causa di alcuni disguidi con il presidente del club pugliese e allenò il Varese, che dopo un paio di partite lo esonerò. Le statistiche sono molto equilibrate, nelle ultime due stagioni infatti sono 45 i goal con Livorno e Latina, mentre 41 sono le reti subite.

Anche se in una recente dichiarazione ha affermato di non aver ancora firmato con nessuna squadra dicendo che il suo nome è stato pronunciato fin troppe volte, è sicuramente il più vicino alla panchina etnea oltre ad essere un tecnico preparato che sa uscire dalle difficoltà stagionali, facendo soprattutto “spogliatoio“, senza contare che ritroverebbe Marco Biagianti, allenato a Livorno e ormai annunciato come prossimo capitano rossazzurro.

La domanda ora é: cosa serve al Catania? Ha bisogno di sacrificio, di innovazione o di preparazione? Un po’ di tutte e tre.

E voi, al posto di Lo Monaco, chi portereste in panca? 

Andrea Lo Giudice – Gabriele Paratore