Il Comune bipolare. L’incredibile caso delle affissioni pubbliche illegali

Il Comune bipolare. L’incredibile caso delle affissioni pubbliche illegali

CATANIA – Sono tutti fuorilegge. Perché così vuole il Comune di Catania. È l’ennesimo capitolo del voluminoso tomo sull’incapacità amministrativa dell’attuale Giunta. Il capitolo che racconta del caos in cui sono costrette a lavorare le ditte che si occupano della cartellonistica pubblicitaria in città. Tutti gli spazi occupati negli impianti su suolo pubblico sono abusivi. Ma non per colpa delle ditte. È il Comune che non mette nelle condizioni di essere in regola. Perché ancora non è stato realizzato il bando per l’assegnazione, quello che doveva essere presentato entro il 31 dicembre dello scorso anno. Sono trascorsi 6 mesi e ancora nulla. Nel frattempo fioccano le multe. Fior di multe. Ma non per tutti.

E già, succede a Catania. Storia vecchia come il mondo, sempre attuale, sempre odiosa. I pesci piccoli catturati a strascico, quelli grandi liberi di sguazzare. Attenzione: qui non si condanna chi non viene colpito dalla mazzata del verbale. Volendo continuare con la metafora del pesce, si dice che cominci a puzzare dalla testa. Quella gran testa di Comune che grava sui catanesi. Così come si può vedere nei documenti in nostro possesso, le autorizzazioni per l’impiantistica pubblicitaria su suolo pubblico sono tutte scadute o revocate.

RevocaAutorizzazioni1

 

RevocaAutorizzazioni2

RevocaAutorizzazioni3

Ci sono tutte le società che operano a Catania: Damir, Ags-Agm, Sicilia Affissioni srl, Area 4, srl, Tap srl, Fimy Security, Alessi spa, Start srl, Job Creation, Kronos srl. Ed ovviamente anche la Sige spa e la Simeto Docks srl, appartenenti al gruppo Ciancio. Ecco come dovrebbero andare le cose. Per fare in modo che si operi nel rispetto delle regole, il Comune dovrebbe dotarsi di un Pgi, il Piano generale impianti, di un regolamento e di un bando per l’assegnazione. Ci siamo? Semplice, no? Ma dalla fine dallo scorso anno vige l’anarchia perché il Pgi viene sottoposto al Consiglio comunale e approvato lo scorso 9 febbraio. Per il regolamento altra pausa. I consiglieri potranno discuterlo e approvarlo soltanto lo scorso 7 maggio. E il bando? Bandito dalla mente dell’assessore Girlando & Co., mentre Bianco dipinge di blu il lungomare, si fa fotografare sorridente dentro le vetture per il car sharing, in tutt’altre faccende affaccendato. Attenzione, però. Il bello, si fa per dire, deve venire. Il piatto forte ve lo serviamo adesso. Pronti a darci dentro col più potente dei digestivi?

Il regolamento approvato da poco smentisce il Pgi. Sì, proprio così. La mano destra non sa cosa fa la sinistra. Siamo all’esempio massimo di schizofrenia amministrativa. Osservata la prima foto. È l’articolo 23 del Pgi. Specifica che “Tutte le autorizzazioni e relative concessioni per impianti pubblicitari e/o affissionistici insistenti sul suolo pubblico, vigenti al momento dell’approvazione del P.G.I. scadono automaticamente, senza necessità di ulteriori disdette, con l’obbligo di rendere il sito disponibile entro l’aggiudicazione delle gare”.

CasoAffissioni1

Adesso osservate l’altra foto. È l’articolo 61 del regolamento. Il comma 2 afferma che “per il tempo strettamente necessario all’espletamento delle procedure di gara per l’assegnazione dei lotti, sono mantenute le autorizzazioni degli impianti se conformi alle previsioni degli strumenti regolatori di settore vigenti”.

CasoAffissioni2

Insomma, il Pgi comanda che nessuno è più autorizzato fino a quando non saranno assegnati i lotti con la gara d’appalto, mentre il regolamento autorizza a mantenere lo stato delle cose fino alle nuove aggiudicazioni. Due provvedimenti amministrativi con all’interno due norme che confliggono. Col bando per le gare che, rievidenziamo, ancora non esiste.

È un Comune di Catania bipolare, che nel frattempo non pensa a mettere una pezza alle proprie magagne istituendo un regime di proroga per permettere una regolamentazione provvisoria, ma bada soltanto a sanzionare – alcune – ditte che continuano ad utilizzare gli impianti. È un Comune maccheronico che costringe le società a rivolgersi al Tar per avere pagato sanzioni considerate ingiuste e per danno erariale. Se il tribunale amministrativo darà loro ragione, sulle casse pubbliche dei catanesi graveranno ulteriori debiti fuori bilancio. E se non si pubblicherà al più presto il bando, oltre a continuare a danneggiare le ditte, il Comune perderà pure i soldi che incasserebbe con le concessioni. Buona digestione.

Alessandro Sofia