Valorizzazione del personale, protesta davanti al Tribunale di Catania

Valorizzazione del personale, protesta davanti al Tribunale di Catania

CATANIA – “Non c’è riforma senza investimento nel personale. Per far funzionare la giustizia bisogna scommettere su riorganizzazione e sviluppo delle professionalità. Dal governo finora abbiamo ricevuto solo promesse”.

Anche da Catania Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa chiedono al ministro Andrea Orlando l’attuazione del dodicesimo punto del programma disposto dallo stesso Orlando e fino ad ora disatteso, vale a dire la valorizzazione del personale. 

Oggi, in un sit-in davanti alla sede del Tribunale etneo, i sindacati provinciali hanno denunciato all’opinione pubblica, agli operatori del diritto e ai cittadini che “i provvedimenti di riforma della giustizia realizzati dal Ministro Orlando fino ad oggi non sono stati accompagnati dalla realizzazione di interventi mirati per il personale”.

I segretari provinciali Gaetano Agliozzo (Fp Cgil), Armando Coco (Fp Cisl) e Armando Algozzino (Uil Pa) hanno sottolineato come a Catania la condizione dei lavoratori del settore sia aggravata da carenze e difficoltà locali, dagli organici sottodimensionati di Procure e Tribunali ai carichi di lavoro aumentati da accorpamenti e riorganizzazioni, un esempio i Tribunali dei Minori.

“Le riforme a oggi non prevedono né formazione, né incentivazione della produttività, né l‘attuazione della riqualificazione del personale attualmente in servizio – hanno affermato Agliozzo, Coco e Algozzino – mentre la valorizzazione dei lavoratori è uno dei punti cardine, il dodicesimo, del programma di riforma presentato il 30 giugno 2014 a Palazzo Chigi assieme al presidente del Consiglio Matteo Renzi”.

Un primo risultato però la mobilitazione lo ha raggiunto: il ministro ha convocato le organizzazioni sindacali il prossimo 10 maggio per discutere della riqualificazione del personale.

“Sono i lavoratori della giustizia – concludono i tre segretari – che assicurano ogni giorno il servizio a persone e imprese in condizioni spesso drammatiche, a sopportare il peso maggiore della grave situazione in cui versa la Giustizia in Italia. Se si vuole cambiare passo, rendere il nostro sistema giudiziario finalmente veloce, efficiente e certo bisogna passare alla realizzazione effettiva della riforma”.