Polpetta avvelenata, il papà di Sara: “Ingiustizia è stata fatta”. E intanto il macellaio non risponde

Polpetta avvelenata, il papà di Sara: “Ingiustizia è stata fatta”. E intanto il macellaio non risponde

RAGUSA – “Ingiustizia è stata fatta”: è un Luciano Di Natale amareggiato quello che commenta l’intera storia che ha portato al decesso di sua figlia Sara, rimasta in stato vegetativo per dieci anni dopo aver mangiato una polpetta che le ha causato uno choc anafilattico.

Nessuna polemica, ma tanta tristezza si percepisce dalla sua voce al telefono: “Vorrei stare poco perché sono stanco”. Ha esordito così dopo essersi reso disponibile a conversare con noi. 

Come detto, un’ingiustizia, perché chi ha venduto la carne non ha scontato la sua pena e, adesso, “non può sopportare alcune domande”, come dichiara sua moglie.

“Era stato condannato a sei anni, poi quattro, infine uno – si sfoga Luciano -. Ma alla fine non ha fatto neanche quello. Adesso abbiamo ancora la causa aperta con Palermo. È stato verificato che le loro analisi sono state effettuate in modo sbagliato. I tecnici dell’Università di Catania chiamati in causa dalla procura hanno rivelato dei valori mille volte superiori. Un errore assurdo da parte dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale di Palermo”.

Adesso, però, Luciano e sua moglie continueranno a combattere le loro battaglie. Quello che è successo a Sara deve essere un input per migliorare la società: “Dobbiamo ancora leccarci le ferite, ma proseguiremo con le nostre lotte civili, soprattutto perché vogliamo che coloro che hanno familiari in stato vegetativo possano disporre della giusta assistenza. E, ancora, ci batteremo sul tema del testamento biologico”.