Sicilia, isola sempre più “isolata”

Sicilia, isola sempre più “isolata”

Una delle nostre mission è senz’altro quella di dare voce ai nostri lettori; di stimolare riflessioni e suggerimenti; di innescare dibattiti. Il tutto a fine propositivo. Per tentare di far crescere la nostra isola che, inevitabilmente, scivola sempre più verso il baratro. In quest’ottica pubblichiamo, con la dovuta puntualità ed il rispetto che merita, una lettera giunta alla nostra redazione. Che ci sembra dettagliata, argomentata e capace certamente di avviare quegli spunti propositivi che vorremmo si mettessero in moto. Inutile sottolineare che ci aspettiamo un seguito e che siamo pronti a dare spazio a chiunque voglia intervenire nel dibattito.

Caro direttore,
confesso di avere compreso davvero la prossima dimensione coloniale dei trasporti siciliani solo a maggio scorso, a causa di una vicenda personale. Debbo andare da Palermo a Roma portando una valigia con oggetti in ceramica per i miei nipoti. Scartato l’aereo perché la delicatezza nell’imbarco dei bagagli non è scontata, la via più diretta e comoda per i miei capelli grigi è il vagone letto. Sorpresa, non c’è più.
Ricordo stizzito che nei difficili e poveri anni cinquanta c’era e che l’ho preso ai primi del duemila. Faccio un controllo ed apprendo che il servizio è iniziato nel 1906. Ma ora non c’è. Posso però prendere l’Intercitynotte, ma anche la prima classe non ha il WC privato. E gli anziani, gli ammalati o chi comunque desidera privacy? Non c’è problema, possono prendere vetture Excelsior. Peccato che non circolino in Sicilia. Ma te la faccio breve. Il collegamento ferroviario d’élite Freccia Rossa giunge a Napoli partendo da Torino. Quello Freccia Argento collega Bolzano con Reggio Calabria. I Freccia Bianca, che corrono al di fuori delle linee dedicate all’Alta Velocità, si fermano anch’essi a Reggio Calabria. Il nuovo treno per pendolari Jazz, futuro volto del trasporto regionale di Trenitalia, non è previsto per la Sicilia.
Il decreto Sblocca Italia esclude stanziamenti per la metropolitana leggera ruotata di Palermo (unica opera che aggiunge spazi alla mobilità cittadina, non li sottrae come il tram) e non li prevede per la fondamentale Circumetnea di Catania. Ma, in compenso, è previsto l’anticipo a dicembre 2015 dei lavori per l’alta velocità della tratta Palermo-Catania, inizialmente calendati per il 2016.
Sincero entusiasmo dei nostri politici. Però non sono convinto: vediamo perché. Il tracciato dell’opera non è stato ancora definito e sono già annunciati contenziosi tra i comuni. Poi ci vuole tempo per il bando, la gara, i pareri, le conferenze di servizi, i sindacati, il progetto esecutivo definitivo, le pubblicazioni, gli espropri, i ricorsi, etc. A dicembre 2015 solo un più che ingenuo può pensare che i lavori possano realmente iniziare. Arriverà quindi l’Europa, benevola alma nutrice, che contesterà i ritardi.
A questo punto la soluzione è facile: spostare le somme su un’altra opera immediatamente cantierabile, magari al Nord. È uno schema troppo facilmente prevedibile. Così l’anticipo potrebbe rappresentare la causa della morte dell’opera. C’è una sola strada per evitarla: che la Presidenza della Regione ne abbia consapevolezza ed inizi subito, da ieri, a lavorare per l’opera. E, capovolgendo anche mediaticamente le consuete prospettive, insegua essa stessa qualsiasi ritardo dei comuni, dei propri assessorati e dello stesso governo nazionale. Si toglierà così qualsiasi alibi per un eventuale beffa. Ma questa necessità sarà capita?
Ancora peggio, ed assai presto, potrebbe andare per la mia amata Messina. Blu Ferries (Gruppo Ferrovie) che si occupa del trasporto passeggeri e mezzi gommati nello Stretto, annuncia che abbandonerà ad ottobre il porto storico di Messina. Contemporaneamente Trenitalia ricorda che potrebbe non potere più garantire l’attraversamento passeggeri dello Stretto per i treni a lunga percorrenza, in conseguenza della indisponibilità della rampa d’accesso sottoposta a sequestro giudiziale. Ciò potrebbe significare prendere il treno a Catania, scendere a Messina con i bagagli, imbarcarsi su un traghetto privato sino a Villa San Giovanni, e quindi prendere un altro treno per Roma.
Contemporaneamente è a rischio il futuro del porto di Tremestieri perché l’onere della manutenzione antinsabbiamento grava sui privati, che hanno sinora disertato le gare. Nel frattempo Trenitalia anticipa la possibile abolizione del traghettamento ferroviario delle merci nello Stretto. E, per completare l’isolamento, Alitalia avverte che lascerà numerose tratte dalla Sicilia. E mentre tutto questo accade, i pensosi politici ed intellettuali di casa nostra approfondiscono questioni strategiche come la piscina della Sgarlata o come il desiderio di un figlio da parte di Crocetta.
Ti chiedo adesso di fare onore alla tua testata aprendo un dibattito sul futuro di questa terra, bella ed infelice. Con chiunque, ma solo parlando di fatti e non proferendo chiacchiere o promesse. Amerò parteciparvi.
GIAMBATTISTA NEPERTA