Caos Autorità portuali, slitta di tre anni la riforma Delrio: ma in cosa consiste?

Caos Autorità portuali, slitta di tre anni la riforma Delrio: ma in cosa consiste?

SICILIA – È ufficiale. Il porto di Messina sarà fagocitato da quello di Gioia Tauro nel sistema portuale del Tirreno meridionale e dello Stretto, una delle quindici autorità portuali, assieme a Milazzo, Villa San Giovanni e Reggio Calabria, frutto della riforma Delrio.

La conferma che è arrivata dalla conferenza Stato Regioni di ieri sull’accorpamento delle Autorità portuali ha scatenato l’ira dei vertici politici di Messina che vedranno il loro porto unificato a quello calabrese. L’Autorità portuale di Messina ha comunque conquistato tre anni di autonomia amministrativa prima della sua definitiva scomparsa. 

Ma in cosa consiste la riforma Delrio? 

Essa prevede la trasformazione delle vecchie Autorità portuali in Autorità di sistema portuale, con contestuale riduzione da 24 a 15. Da ovest ad est, le nuove Autorità sono Genova, La Spezia, Livorno, Civitavecchia, Cagliari, Napoli, Palermo, Augusta, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste. Perdono la loro autonomia, invece Savona, Carrara, Piombino, Salerno, Olbia, Messina, Catania, Brindisi e Manfredonia.

L’Autorità di sistema portuale avrà una gestione semplificata con un presidente, un Comitato di gestione, un segretario generale e un Collegio dei revisori dei conti. Rispetto agli attuali Comitati Portuali, si passa, a livello nazionale, da 336 membri a circa 70. Il presidente è nominato dal ministro d’intesa con il presidente o i presidenti delle Regioni interessate.

Messina finirà all’Autorità di sistema portuale dello Stretto con sede a Gioia Tauro, che include Crotone (porto vecchio e nuovo), Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Villa San Giovanni, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Milazzo e Tremestieri.

Catania, invece, farà parte dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Orientale con sede ad Augusta.

La nuova Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale con sede a Palermo, includerà Termini Imerese, Porto Empedocle e Trapani.

La riforma prevede che rispetto agli attuali 113 procedimenti amministrativi, svolti da 23 soggetti, funzioneranno due sportelli unici: quello Doganale e dei controlli, da realizzare sotto il coordinamento funzionale dell’Agenzia delle Dogane, e quello Amministrativo unico, un front office per tutti i procedimenti amministrativi e autorizzativi che non riguardano le attività commerciali e industriali. Ciò dovrebbe comportare una semplificazione della burocrazia.