Addio Mario Petrina, giornalista e uomo come pochi

Addio Mario Petrina, giornalista e uomo come pochi

CATANIA – Era un amico, un vero amico, un grande amico. Ed è stato un grande giornalista, uno di quelli di cui la Sicilia poteva vantarsi. Onesto, corretto, disponibile al confronto con chiunque, Mario Petrina lascia un vuoto incolmabile nel nostro mondo a Catania, in Sicilia, in Italia. 

Presidente negli anni Novanta dell’Ordine nazionale dei giornalisti, membro a più riprese dei più importanti organismi di categoria, Casagit e Assostampa in particolare, Mario Petrina a 74 anni si è spento circondato dall’affetto di Teta, delle figlie che lo adoravano e dei nipoti per i quali stravedeva. 

Una carriera giornalistica costellata di successi e soddisfazioni. L’apice è stato il ruolo di caporedattore della testata sportiva Rai. In pochi possiamo vantare il suo pedigree.

Ma Mario Petrina è stato anche uomo di sport. Per qualche anno è stato anche vice presidente del Catania calcio. E proprio il Catania calcio lo ricorda come calciatore negli anni Sessanta. Petrina giocava in attacco, con calciatori di grande livello in quei tempi. Di quelle imprese parlava sempre con gioia, con l’entusiasmo quasi di un bambino. Era stato in effetti un buon calciatore che il giornalismo rubò presto al campo.

Proprio per ricordare il Petrina rossazzurro, il Catania calcio domani in occasione del derby con il Messina, giocherà con il lutto al braccio e si osserverà un minuto di silenzio prima dell’incontro. Decisione condivisa con il Messina calcio che dal canto suo piange la scomparsa di Mino Licordari.

Mario Petrina era uno di quelli che non si arrendono. Mai e di fronte a nulla. Si è arreso solo al male che da qualche anno lo tormentava e con il quale forse, con la sua bonarietà, aveva accettato di condividere la quotidianità.

Addio Mario, per me sei stato un fratello. Non ti dimenticherò mai e spero che da dove ti trovi ora, saprai starmi ancora vicino. Come hai sempre fatto.

I funerali dopo le feste di Pasqua, martedì 29 alle 11 nella chiesa madre di Misterbianco, il paese in cui era nato e in cui aveva vissuto da ragazzo.