Attentato Bruxelles. “Sono chiuso in casa, c’è il panico”. La testimonianza di Niccolò

Attentato Bruxelles. “Sono chiuso in casa, c’è il panico”. La testimonianza di Niccolò

BRUXELLES – Il cuore di Bruxelles è crivellato di colpi: due esplosioni all’aeroporto internazionale di Zaventem, alle 8 del mattino del 22 marzo, hanno provocato numerosi morti e feriti.

Un’ora dopo, altri due ordigni sono esplosi in centro città, alle fermate della metropolitana Maelbeek e Schumann, vicino alle istituzioni europee.

Il numero delle vittime è in costante aggiornamento. L’assedio – che segue di soli tre giorni l’arresto di Salah Abdeslam – il principale ricercato per gli attentati di Parigi del 13 novembre scorso, aggiunge paure a paure, ma anche storie a storie.

Come quella di Niccolò, giovane imprenditore siciliano scampato agli attentati per un soffio, arrivato nella capitale belga ieri notte all’una, proprio qualche ora prima che a Bruxelles si diffondesse il panico.

niccolo santocchini

Niccolò sogna di esportare in Belgio, e in Europa, il meglio della Sicilia, portando con sé una valigia carica di profumi e sapori siciliani. E di creare un ristorante e uno store, dall’evocativo nome di Squisilia, dove cucinare e offrire prodotti tipici isolani. Perché la cultura e la tolleranza passano anche per il cibo e per la tradizione.

L’ambizione folle e concreta è quella di portare nel freddo nord il calore del sole e della cucina mediterranea. Grazie a una passione ereditata dal padre, Marcello Santocchini, chef siciliano, Niccolò ha preso un volo di sola andata.

Adesso si trova barricato in casa, in un appartamento a poche centinaia di metri dalla stazione di Maelbeek, in cui è avvenuta la fragorosa esplosione. “Sono chiuso in casa, tutt’intorno c’è il terrore. Seguo il fluire della vita a pochi passi da me, facendo zapping di diretta in diretta, in tv. C’è devastazione, uscire è impossibile perché c’è il panico – ci racconta Niccolò Santocchini – ma sono vivo”.

Anche i sogni hanno una luce fioca, oggi. A Bruxelles la luce variabile del meteo filtra attraverso i buchi del cuore ferito della città. Il coraggio ripartirà dalla tempesta, da un nuovo raggio di sole che l’avrà vinta sulle nubi. Più umano, che sappia di perdono e di una pace possibile, nel presente e nel futuro di giovani imprenditori come Niccolò.

Giuditta Avellina