Discarica di Misterbianco, il parere di medici e ambientalisti

Discarica di Misterbianco, il parere di medici e ambientalisti

CATANIA – La discarica che separa le cittadine di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia ha suscitato negli ultimi giorni accese polemiche che hanno riguardato non solo la vicenda giudiziaria che la coinvolge, ma anche e soprattutto i rischi per la salute del territorio e dei cittadini.

“La salute della gente – commenta il dott. Domenico Grimaldi, docente di Medicina di famiglia dell’università di Catania -, è fortemente condizionata da fattori determinanti come quello relativo alla sanità dell’aria, del suolo, dell’acqua, dei cibi, degli ambienti. È chiaro che se si determinano delle situazioni di emergenza come quella che si sta verificando a Misterbianco i rischi per la salute aumentano in modo esponenziale. La vera prevenzione, in casi del genere, sta nel rimuovere tutte le condizioni avverse che possono minacciare in modo molto grave la vita di intere popolazioni. Un ruolo fondamentale, in questo, lo giocano le istituzioni e gli enti che si occupano proprio della tutela dell’ambiente, della sanità oltre agli organi di controllo. Non c’è dubbio che l’aumento delle malattie neurodegenerative, neoplastiche o tumorali – spiega Grimaldi sia determinato da fattori ambientali caratterizzati da inquinamento più o meno significativo ma comunque sufficiente ad incidere sulla salute di chi ne è contaminato. La letteratura scientifica mondiale non ha dubbi su questo e la prevenzione è l’arma migliore per evitare di doversi trovare a fare la conta dei danni”.

Anche gli ambientalisti sono insorti sostenendo che si tratti di un territorio costantemente “violentato” dalla presenza di una “fabbrica di inquinanti”, che ha già fatto registrare danni, anche permanenti, ai terreni in prossimità della discarica.

“La nostra posizione è molto chiara – commenta Alfredo Tamburino, presidente del Circolo Legambiente Mediterraneo Sud Catania -. Si continua a mantenere in vita una discarica a suon di deroghe e proroghe che non risolvono proprio nulla. Il sistema delle deroghe è fallimentare e si giustifica la prosecuzione di un’attività pericolosissima per l’ambiente solo perché non ci sono alternative. Il diritto ad un ambiente sano soccombe all’esigenza di assicurare il servizio di smaltimento dei rifiuti, talvolta in modi non conformi alle norme a tutela dell’ambiente. È un problema annoso al quale la Regione non ha mai saputo trovare una soluzione. Ritengo che in Sicilia – prosegue Tamburino – non ci sia più spazio per i rifiuti. Con un efficiente sistema di raccolta differenziata, ridurremmo di molto i rifiuti che giungono in discarica e forse potremmo riuscire a sfruttare i rifiuti come una risorsa, così come avviene in altri paesi nel mondo. Forse sarebbe meglio che venisse mandata altrove, certamente con maggiori spese, in attesa di studiare un piano adeguato per una corretta gestione dei rifiuti. In questo modo – conclude – si danneggia casa nostra e le conseguenze possono essere devastanti.