Regione, inciucio: Si, no, ni?

Regione, inciucio: Si, no, ni?

PALERMO – Chissà come staranno fischiando le orecchie a Massimo D’Alema in questo periodo. Il termine inciucio divenne popolare grazie proprio al leader della sinistra che vent’anni fa venne accusato di “inciuciare” con Silvio Berlusconi.

Insomma, si tratta di un accordo politico basato sul celebre do ut des. In Sicilia, nelle cronache parlamentari, l’inciucio – a distanza di un ventennio – è tornato d’attualità.

A denunciare i possibili accordi sottobanco tra maggioranza e parte dell’opposizione è stato il pentastellato Giancarlo Cancelleri con delle dichiarazioni molto forti.

“La puzza di inciucio è forte, fortissima – ha scritto il grillino sulla sua pagina facebook -. L’opposizione smentisce, com’è ovvio che sia, ma gli indizi ci sono tutti. I primi test, comunque, sono a stretto giro di posta: aspettiamo al varco della votazione sulla mozione di censura sull’Assessore Scilabra e quella sulla vicepresidenza dell’Ars”.

“Non vorremmo assistere ad una riedizione, a parti invertite – ha proseguito Cancelleri – di quanto successo col governo Lombardo, quando le urne mandarono al governo il centro destra e gli accordi di palazzo cambiarono vergognosamente le carte in tavola”.

“Intanto il centro destra sembra aprire a qualsiasi ipotesi, ribaltone compreso – ha concluso il pentastellato – e non è un caso che il loro comunicato sia stato letto quasi universalmente in questo modo. Noi non ci meraviglieremmo assolutamente di trovarci pezzi dell’opposizione dal lato di Crocetta, oppure di vederla votare compatta, o quasi, contro la mozione alla Scilabra”.

In effetti il banco di prova per sondare gli umori e gli orientamenti dei deputati regionali sarà proprio l’elezione del vice presidente dell’Ars. Uno dei papabili è il capogruppo dell’Ncd Nino D’Asero. Sul nome potrebbero concentrarsi anche i voti della maggioranza di Crocetta e si aprirebbero scenari inediti seguendo la logica del dare e del ricevere.

Insomma ciò che succede a livello nazionale, con il Pd di Renzi sostenuto dal partito di Angelino Alfano, potrebbe riproporsi nella nostra isola? Stavolta perderemmo la consueta formula che ci definisce laboratorio politico.

Per Francesco Cascio il no alla parola inciucio è netto: “Siamo convinti che presto si potrebbe davvero andare ad elezioni anticipate. Perché mai dovremmo farci coinvolgere da questa esperienza fallimentare? Cosa diremmo al nostro elettorato?”.

Però c’è un distinguo. In un secondo passaggio Cascio afferma: “Se il presidente della Regione ammettesse questo fallimento e decidesse di lavorare a un governo istituzionale potremmo sederci a discutere. Ma si badi bene: non sto parlando di un ingresso di Ncd in una giunta di centrosinistra. Ma un eventuale coinvolgimento in un esecutivo totalmente nuovo, che passi dall’azzeramento dell’esistente e che in qualche modo sia espressione di tutte le forze che ci stanno, nell’interesse dei siciliani”.

Secondo Musumeci, che già nei giorni passati ha chiarito che non c’è spazio per inciuci e accordi, occorre “avere rispetto per la geografia politica e parlamentare; la maggioranza governi, l’opposizione controlli”.

Per Saverio Romano, espressione di Forza Italia e leader del Cantiere popolare, occorre già guardare al futuro. “Il centrodestra si deve preparare – afferma Romano – ad elaborare una proposta politica da offrire, insieme a un autorevole candidato alla presidenza della Regione, al vaglio del nostro corpo elettorale perché, nonostante l’affezione di molti allo scranno, le inevitabili elezioni sono alle porte”.

Già spopola il toto nomi per trovare i nomi dei candidati alla presidenza. Si è fatto anche quello di Nello Musumeci, già candidato alle scorse regionali. Per ora il leader dell’opposizione ha glissato sull’ipotesi.