42 in una classe. E’ record nazionale!

42 in una classe. E’ record nazionale!

CALTANISSETTA – Di questo record ne avrebbero fatto volentieri a meno al liceo Manzoni di Caltanissetta, catapultato all’improvviso sulla ribalta nazionale.

Si trova, infatti, nella provincia dell’entroterra siciliano l’istituto scolastico che detiene il primato italiano della classe più numerosa della penisola: ben 42 alunni tra i quali 4 disabili.

Numeri decisamente in controtendenza rispetto agli standard che indicano tra i 25 e i 30 studenti per classe. Il sovraffollamento pare sia dovuto alla fusione di due classi che ha costretto alla formazione di una terza. Una soluzione diversa non sarebbe stata ipotizzabile, considerata la carenza cronica di locali, molti dei quali fatiscenti. Una condizione più volte denunciata anche dalla Rete degli studenti medi siciliani che, ancora una volta, ha messo in rilievo la scarsa attenzione del governo nazionale sull’edilizia scolastica

“Ad inizio estate il ministero della pubblica istruzione, di concerto con la Presidenza del Consiglio, aveva annunciato un piano di risanamento edilizio per 1,5 miliardi per il territorio nazionale – dicono alla Rete – davvero poca cosa, visto che oltre il 60% delle scuole – secondo i dati di Legambiente – risale a prima del 1974, il 37,6% necessita di interventi di manutenzione urgente e il 38,4% si trova in aree a rischio”. Numeri che suonano come una intollerabile beffa per il tanto sbandierato “diritto allo studio”.

La pensa così anche Andrea Manerchia, coordinatore regionale della Rete. “È incredibile che questo record spetti  proprio alla Sicilia – dice – dove il tasso di dispersione scolastica è del 24,8%, con picchi del 30% nelle province più disagiate. Non è tollerabile, nel 2014, che uno studente debba essere trattato come un pollo in un pollaio”.

“È gravissimo che si sia arrivati a questa situazione – commenta Giuseppina Mannino dirigente scolastico del Liceo Manzoni comprendo che c’è una dotazione organica assegnata dalla Regione agli ambiti territoriali, ma ci sono priorità ed esigenze di cui si deve tenere conto. Era impossibile suddividere gli alunni in altre terze classi con altri indirizzi, non potevo dirottare gli studenti su un altro corso perché non avrei rispettato il diritto di scelta delle famiglie. A me  – conclude – sta a cuore soprattutto salvaguardare il diritto allo studio affinché la scuola pubblica funzioni meglio per fornire ai ragazzi competenze necessarie per la loro formazione ed il loro futuro”.