Cuffaro come Vialli? Il Pd si spacca: le tessere sono degli ex di Totò

Cuffaro come Vialli? Il Pd si spacca: le tessere sono degli ex di Totò

PALERMO – Galeotta fu l’intervista di Totò Cuffaro all’Huffington Post.

Da circa tre giorni non si fa altro che parlare dei fedelissimi dell’ex governatore siciliano, da poco tornato in libertà dopo aver scontato quasi cinque anni di carcere per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio, che sono confluiti all’interno del Pd. Un Pd che, specie in Sicilia, ha assistito a una costante e progressiva mutazione genetica.

Delle storiche barriere all’ingresso di sinistra è rimasto bene poco: adesso si accolgono tutti i “portatori di voti” senza distinzione in nome del progetto.

E quello che ha detto Cuffaro al giornalista dell’Huffington non è altro che un’ovvia verità. Molti suoi uomini sono transitati dentro il partito di Renzi che governa proprio la Sicilia.

L’allarme dentro il Pd dopo queste dichiarazioni che hanno messo in pubblica piazza un segreto che segreto non è. Già lunedì prossimo i garanti del partito sono stati convocati a Palermo per valutare il rilascio delle tessere ai nuovi iscritti.

E’ stato lo stesso segretario regionale del partito Fausto Raciti a chiedere una verifica, ma sembra più che altro un’operazione di facciata. Cuffaro, d’altronde, è stato molto chiaro: “Il grosso è nel Pd. Una lista che non finisce più, dai più noti al sottobosco. Li ho tirati su io, come la mia amica Valeria Sudano o Zambuto, che con me era segretario dell’Udc ad Agrigento, poi è passato nel Pd. Ma ce ne sono tanti altri. E a me fa piacere, voglio bene a tutti”.

Come non dimenticare l’adesione degli ex Articolo 4 – quasi tutti cresciuti tra Cuffaro e Lombardo – che a Catania l’anno scorso hanno sancito il loro passaggio dentro il Pd.

Da Roma sembrano invece caduti dal pero. L’ex capogruppo dem alla Camera Roberto Speranza è stato durissimo, così come il presidente della Toscana Enrico Rossi: “Cuffaro è stato in carcere per 5 anni per affiancamento e supporto alla mafia. Se fosse vero che i suoi adepti stanno entrando nel Pd è bene bloccare il tesseramento, e fare tutte le verifiche che vanno fatte”.

A spegnere le polemiche ci ha provato Lorenzo Guerini, vice di Renzi: “Cuffaro stia sereno: il partito democratico non sta tesserando suoi uomini, dal momento che siamo un partito di centrosinistra, che non ha niente a che vedere con idee politiche sue e dei suoi sostenitori”.

Mentre Davide Faraone, sottosegretario ed esponente del renzismo in Sicilia, ha dissimulato considerando Totò Cuffaro come Gianluca Vialli: un commentatore esterno dopo essere stato protagonista per anni.

Ma Vialli non aveva mai parlato di rottamazione mentre Renzi sì e vedendo il mancato ricambio della classe dirigente in Sicilia – all’inizio ci fu la Scilabra e poi Pistorio – non resta constatare il fatto che Cuffaro abbia raccontato accadimenti avvenuti alla luce del sole.