Windjet, ex dipendente della compagnia: “Una vergogna, mi hanno rovinato la vita”

Windjet, ex dipendente della compagnia: “Una vergogna, mi hanno rovinato la vita”

CATANIA – “Mi hanno rovinato la vita” parole forti quelle di Gianluca Tropea, ex dipendente della Windjet vittima del fallimento della compagnia nel 2012. Intervistato in esclusiva da Newsicilia.it ha commentato il vortice giudiziario che si è scatenato sull’ex compagnia di volo, con l’arresto dei vertici Antonino Pulvirenti e Stefano Rantuccio, rispettivamente ex patron e amministratore delegato della società, entrambi accusati del reato di bancarotta fraudolenta. 

Gianluca Tropea, dopo un periodo di tirocinio iniziato nel 2006, viene assunto da Windjet nel 2007 come assistente di volo. È il periodo di maggior crescita della compagnia che troverà il suo massimo nel 2008 sfiorando i tre milioni di passeggeri. 

Inizialmente è stata un’esperienza straordinaria dal punto di vista professionale e umano. Eravamo per lo più tutti giovani e catanesi e con tanta voglia di portare avanti un progetto nato e sviluppatosi nella nostra terra. Era un vanto e un orgoglio rappresentare in tutta Europa la Windjet e di conseguenza ciò che essa rappresentava, ovvero la Sicilia“.

Gianluca è così entusiasta del suo lavoro che vuole accrescere la sua posizione diventando un pilota e, dopo un corso a pagamento nella scuola di volo all’Aeroclub di Catania, riesce a realizzare il suo sogno. Ma è proprio quando raggiunge questo step che iniziano i problemi della compagnia. 

Non appena superato il corso da pilota cominciarono i problemi. I primi sintomi furono i ritardi nel pagamento degli stipendi cui seguirono diverse mancanze anche nei servizi all’interno degli aeromobili. Ci ritrovammo a effettuare tratte senza sacchetti per la nausea o con le toilette prive di carta igienica e sapone. Un disastro totale, per noi e per i passeggeri“.

Nel 2012 la crisi definitiva e la trattativa con Alitalia che dovrebbe acquisire Windjet. Dopo mesi di tira e molla l’affare sembra essere alla conclusione. Improvvisamente, però, delle dichiarazioni pubbliche di Stefano Rantuccio stoppano la trattativa e Alitalia fa dietrofront. Windjet è al capolinea. La compagnia aerea fallisce nell’agosto dello stesso anno.

Durante la trattativa con Alitalia tutto il personale era ottimista e vedeva davanti un futuro florido perché l’essere acquisiti da una compagnia di quel rango avrebbe dato delle garanzie importanti. I nostri aerei erano talvolta in mano a piloti Alitalia, segno che l’affare sembrava quasi fatto. Le parole di Rantuccio e la successiva chiusura della trattativa hanno aperto una parentesi buia. Dopo un mese di voli disastrosi arrivò la comunicazione telefonica, senza alcun preavviso, che dall’indomani i voli sarebbero stati sospesi. Nessun rispetto e nessuna garanzia. Da quel momento solo disperazione. Tutti i 504 dipendenti di Windjet erano in mezzo alla strada. Ci hanno rovinato a vita“.

Da quel momento Gianluca e tutti gli atri dipendenti entrano in cassa integrazione per quattro anni. Inizia il calvario. Curriculum inviato a qualsiasi altra compagnia ma senza risultati. Ogni pilota infatti deve essere specializzato nella guida di un particolare aeromobile e questi corsi sono a pagamento. Soldi che Gianluca non può investire in quanto si tratta di cifre molto elevate. E allora non gli resta che virare su altro abbandonando il suo sogno.

Tutto quello che è successo è una vergogna assoluta. Siamo stati abbandonati da tutti, in particolar modo dalla politica che non ha lottato un solo giorno per garantire i nostri diritti. Probabile che i nostri interessi non coincidessero con i loro, o con quelli dei loro “amici” imprenditori. Inizialmente non pensavo potesse essere una manovra pilotata ma con il tempo qualche dubbio è nato e i fatti di ieri dimostrano come non fosse infondato, Spero che la giustizia faccia il suo corso e chi ha sbagliato venga punito per ciò che di male ha fatto nei miei e nei confronti di tutti i dipendenti“.

La voce di un ragazzo che aveva creduto in un progetto made in Sicily che, come (troppo) spesso accade, viene sopraffatto da manovre speculative e da politiche non trasparenti a vantaggio di pochi e a svantaggio di molti. L’ennesima storia di possibile corruzione, un cancro che affligge il nostro paese da ormai troppo tempo.