Processo Lombardo, sfilata di politici come testi: da Di Guardo a Sudano

Processo Lombardo, sfilata di politici come testi: da Di Guardo a Sudano

CATANIA – Si è tenuta questa mattina l’udienza del processo d’appello – nella terza sezione penale del tribunale di Catania – a carico dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, condannato in primo grado per concorso esterno.

Dinanzi al giudice Tiziana Carrubba, che presiede il collegio giudicante, si è svolta l’audizione di alcuni testi della difesa di Lombardo, rappresentata dagli avvocati Alessandro Benedetti e Filippo Dinacci.

Hanno risposto alle domande dei difensori e dell’accusa – rappresentata dai pm Sabrina Gambino e Agata Santonocito – l’onorevole Domenico Sudano, l’onorevole Nino Di Guardo, l’architetto Gabriella Sardella e il dottor Salvatore D’Urso. Tutti hanno smentito l’influsso o la richiesta di intervento da parte di Raffaele Lombardo in alcune occasioni legate a importanti investimenti nella città di Catania e nel suo comprensorio.

In riferimento alla variante per un centro commerciale l’allora vicesindaco e assessore all’Urbanistica Domenico Sudano – nel periodo tra il 2003 e il 2005 – ha spiegato l’insussistenza di qualsiasi contatto con Lombardo, specie alla luce di una loro “rottura” in termini politici che li ha portati a un lungo distacco durato per molti anni.

“In quel periodo ha spiegato SudanoLombardo era uscito dalla giunta comunale e io l’ho sostituito. Dopo la sua rottura con l’Udc non ci siamo parlati né visti per anni e lo rivedo ora dopo tanto tempo. Per la realizzazione del centro commerciale del Pigno l’unica persona con cui interloquivo era il sindaco Scapagnini e la variante al Prg fu portata in consiglio con il gruppo di Lombardo che si era messo di traverso”.

Anche l’architetto Gabriella Sardella – dirigente del Comune e nel gennaio del 2009 direttore della direzione urbanistica – ha chiarito i termini della variante della concessione edilizia richiesta in merito alla realizzazione del centro commerciale del Pigno. Una variante alla concessione edilizia che per legge non poteva passare dal consiglio comunale e che sulla quale non ci fu alcun interessamento di Raffaele Lombardo, con cui peraltro l’architetto Sardella ha spiegato di non aver alcun tipo di rapporto o conoscenza.

“La variante alla concessione edilizia  – ha sottolineato il dirigente del Comune – la rilascia il dirigente e non è di competenza del consiglio comunale. Un’altra cosa è una variante urbanistica”.

L’attuale sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo ha spiegato l’iter del centro commerciale Tenutella: anche in questo caso non c’è stato alcun intervento dell’ex presidente della Regione.

“Con la commissione urbanistica – ha detto Di Guardo – avevamo pensato di utilizzare il terreno della Tenutella di oltre 30 ettari per un centro commerciale. Pensavamo di creare ripercussioni positive per il territorio”.

Salvatore D’Urso – dal 2003 al 2007 direttore dell’ufficio traffico ed emergenza sismica del Comune di Catania – ha lungamente risposto alle domande dell’accusa e della difesa chiarendo i passaggi che hanno portato alla realizzazione dei progetti per i parcheggi, tra cui il parcheggio Sanzio. In questa vicenda è emerso che Raffaele Lombardo non ha avuto alcun ruolo.

“Lombardo – ha concluso nel suo lungo intervento D’Urso – in quel periodo non aveva alcun ruolo nella vicenda parcheggi. Il mio unico referente politico era Umberto Scapagnini”.

Al termine dell’udienza l’ex presidente della Regione ha reso delle dichiarazioni spontanee chiarendo i contorni di tutte le vicende toccate.

La prossima udienza si terrà il 5 aprile alle ore 10 nell’aula 2 di Bicocca e verranno ascoltati in teleconferenza i collaboratori di giustizia Francesco Campanella, Giuseppe Scollo, Fabrizio Nizza, Salvatore Sciacca e Palma Biondi.