La proposta di NewSicilia: la Zurria da esempio per altre strutture poco valorizzate

La proposta di NewSicilia: la Zurria da esempio per altre strutture poco valorizzate

CATANIA – Dalla Zurria al Santa Maria Goretti al Palagalermo: non ci sono soldi? Ok, ma perché non trasformarli da un peso in una risorsa, rivalorizzandoli?

Non sono certo pochi i siti sportivi, presenti nel territorio etneo, che versano in condizioni fatiscenti e che, se fossero valorizzati, potrebbero fruttare numerosi vantaggi ai cittadini catanesi.

Uno di questi è l’impianto sportivo di via Fontanatossa “Santa Maria Goretti”, oggi intitolato alla memoria di Benito Paolone, politico e uomo di punta del rugby siciliano morto alcuni anni fa. 

Lo stadio di rugby di via Fontanarossa è stato da sempre legato all’attività della storica squadra catanese dell’Amatori Catania che ad oggi è costretta ad allenarsi in un campo che mostra evidenti limitazioni del manto erboso che non consentono un regolare svolgimento dell’attività agonistica.

Inoltre la struttura esterna dello stadio versa in uno stato totale di abbandono e degrado che, oltre ad una oggettiva disarmonia, mette in serio pericolo l’incolumità di molti bambini che frequentano abitualmente l’impianto.

A questo punto, ci domandiamo: perché non organizzare attività che possano portare utili da investire sulla manutenzione?

Ma vediamo al Palazzetto dello sport di San Giovanni Galermo (il cosiddetto “Palagalermo”), consistente in un campo di basket che, nonostante una recente ristrutturazione in occasione delle universiadi, è stato vittima di atti vandalici che lo hanno ridotto in condizioni indecenti.

Al suo interno, infatti, la situazione è davvero disastrata, con porte smontate, fili elettrici penzolanti, vetri rotti e locali della caldaia senza più rame e porta di accesso.

Sarebbe doveroso rivalutare questo storico impianto che, sin dalla sua costruzione nel 1967, è stato sede di eventi molto importanti nel campo della pallacanestro come i mondiali PGS del 2002 ed i mondiali Militari del 2003.

Anche qui stesso interrogativo: perché non trasformare questa struttura in abbandono in luoghi di aggregazione? Il fine dello sport sarebbe anche questo. Ma forse a nessuno interessa…