Codacons al fianco dei cittadini di Mussomeli

Codacons al fianco dei cittadini di Mussomeli

MUSSOMELI – Non si placano le polemiche per la chiusura dei tre punti nascita di Mussomeli, Santo Stefano di Quisquina, Lipari e del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Madonna Dell’Alto di Petralia Sottana.

Dopo le dichiarazioni del ministro Lorenzin i cittadini del comune di Mussomeli decidono di chiedere il supporto del Codacons. 

L’appello è stato immediatamente raccolto dal vicepresidente regionale, l’avvocato Pier Luigi Cappello: “Il Codacons, a seguito delle disperate sollecitazioni che giungono da tanti cittadini di Mussomeli (CL) e dell’intero comprensorio circostante, stigmatizza la scellerata decisione governativa di chiudere anche il punto nascite dell‘Ospedale di Mussomeli. Ad onor del vero, tale scelta non pare essere l’estemporanea conseguenza di una notte in bianco da parte del Ministro Lorenzin, bensì il frutto di un disegno risalente nel tempo e condiviso da illuminati governatori locali. Nel lontano 2013 infatti, il decreto a firma dell’allora Assessore Regionale alla Sanità Dott.ssa Borsellino, inerente l’approvazione della dotazione organica, prevedeva altresì la messa in sicurezza del punto nascita di Mussomeli, ma nulla è mai stato fatto in tal senso. Orbene, tale escamotage determina oggi la chiusura di quel punto nascita, con disagi e danni incommensurabili alla popolazione di quel ‘già di per sè’ disastrato ed abbandonato territorio”.

La preoccupazione dei residenti di Mussomeli non riguarda una situazione prettamente logistica, in quanto sono costretti a far riferimento agli ospedali di Caltanissetta o Agrigento. Una volta chiuso il punto nascita non viene meno solo un diritto dei residenti, ma viene meno anche la tutela della loro salute dato che Agrigento e Caltanissetta si trovano a oltre quaranta chilometri di distanza. Come ci si deve comportare in caso di urgenze o di imprevisti quando bisogna essere tempestivi? 

“Così facendo – continua il vicepresidente Cappello –  infatti, le partorienti di quel vasto comprensorio saranno costrette a riversarsi sull’ospedale di Agrigento (distante circa 45 minuti di strada statale, meglio nota come “strada della morte”) o, peggio ancora, su quello di Caltanissetta, raggiungibile in 60 minuti a mezzo di comodissime mulattiere. Non va infine dimenticata l’evidente ed indigeribile disparità di trattamento tra l’utenza dell’ospedale mussomelese da una parte e quella ‘fortunata’ dei punti nascita di Bronte, Licata e Cefalù, graziati dal ministro“. 

Pertanto – conclude Cappello – si chiede al Ministro Lorenzin di tornare sui propri passi ed anzi adoperarsi affinché l’Ospedale di Mussomeli venga messo nelle condizioni di svolgere la sua precipua funzione, cioè quella di garantire il sacrosanto diritto alla vita ed alla salute anche ai cittadini di quel disastrato e dimenticato lembo di territorio italiano. In mancanza, si preannunzia sin d’ora che verranno assunte tutte le azioni a tutela dei diritti degli utenti coinvolti”.